La Francia di Allah

La Francia è la nazione che ha identificato l’unificazione europea come espressione della sua identità di nazione. L’ha cioè costruita a sua immagine e somiglianza. Per questo, quando l’elettorato francese ha respinto a maggioranza la ratifica della Costituzione Europea, non ha protestato soltanto contro una certa identità dell’Unione ma contro una certa idea di Francia. Da quell'avvenimento dovevano avvenire delle conseguenze politiche ed esse sono avvenute nel cuore del meccanismo politico francese: la elezione del presidente della Repubblica. Il cambiamento è avvenuto nel fatto che il corpo elettorale ha imposto sia ai gollisti che ai socialisti due candidati che si differenziano dal modello classico del gollismo e del socialismo.
Il punto centrale del cambiamento è avvenuto a destra a causa del successo di Le Pen alle presidenziali francesi. Ciò fece plebiscitare Chirac nel ballottaggio nel secondo scrutinio a partire dal modesto 19% del primo scrutinio.
Il fatto determinante che ha portato alla ribalta di Nicholas Sarkozy certamente è dato dalla rivolta dei magrebini di terza e quarta generazione nelle periferie francesi. Non era una rivolta islamica, ma era la prova che la più demotivata appartenenza musulmana poteva condurre ugualmente all'incendio delle macchine e all'occupazione dei quartieri. L'idea francese di integrazione nella nazione non funzionava: non solo non diventava emozione di appartenenza, ma semplicemente l'esperienza che la società negava ai magrebini quello che lo Stato loro concedeva.
La Francia come nazione pensava di fondere e assorbire in sé il popolo e lo Stato in una comune cultura repubblicana legata ai diritti dell'uomo e del cittadino. La rivolta delle periferie mostrava che la società respingeva, che la nazione non emozionava, che lo Stato era assente. E Sarkozy si è preoccupato di dare parola alla società e quindi affrontare con più rigore i problemi dell'immigrazione, sino a respingere in massa quegli immigrati che, pur avendo seguito un percorso scolare in Francia, non erano giunti alla cittadinanza in quel periodo. Egli ha compreso soprattutto che il laicismo antireligioso delle leggi Combes che avevano dato la spinta alla indifferenza religiosa come qualifica della laicità dello Stato, non era più possibile perché la nazione diminuiva e le religioni crescevano, la grande spinta del moderno in Francia si era esaurita. E l'unico modo di trattare il mondo islamico era quello di occuparsi della formazione e della predicazione degli imam, facendo quindi una politica dell'intervento religioso del resto simile a quella degli Stati musulmani nei paesi musulmani. Sarkozy ha compreso che la questione islamica come questione francese pone problemi che l'antica definizione di laicità non comprende. Egli vede che la reazione della società francese espressa con Le Pen è un problema che riguarda non il passato, ma il futuro della Francia.
Ma anche a sinistra è avvenuto il deperimento del socialismo come partito di sinistra, legato alla questione dei rapporti dell'industria e alla memoria della classe. Neanche in Francia la classe esiste più come coscienza di classe e come memoria storica. Esiste invece il problema della civiltà della vita in Francia, dell'ordine pubblico, dell'immigrazione, della tenuta della scuola. Segoulene Royal ha espresso un socialismo diverso dalla tradizione socialista, legato anch'esso ai temi della sicurezza e della vita, non a quelli dei rapporti tra operai e padronato. Il socialismo dei mandarini e degli intellettuali come Lionel Jospin, Dominique Strauss Kahn, Laurent Fabius, legati al socialismo come ideologia e cultura cedono di fronte all'immagine della vita e della realtà quotidiana che la candidata esprime con il suo stesso fascino femminile e che ormai riguardano il modo in cui conservare la qualità della propria vita nella società globalizzata. Il laicismo gollista e il laicismo socialista, nelle loro forme diverse, cedono entrambi alle immagini vigorose e dure di un ebreo ungherese e a quelle vitali e calde di una bella donna francese. Non vi è dubbio che il problema islamico in Francia, 5 milioni di musulmani, ripropone le parole di società nazione e Stato in termini diversi.

In qualche modo, occorre associare le religioni alla visione della vita e accettare che l'unità della nazione come mito giacobino cade di fronte alla realtà di una società in cui il fatto islamico cambia i termini del problema.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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