In Francia ex ministro fermato per molestie

Georges Tron in manette dopo la denuncia di due impiegate: con la scusa di massaggiare i piedi delle donne era andato sempre più su. E' l’ultimo di una serie di politici coinvolti in scandali sessuali: dopo Dsk il muro dell'omertà è caduto

In Francia ex ministro fermato per molestie

«Tra i francesi che si incazzano e i giornali che svolazzano», per dirla con Paolo Conte, si muove l'ultimo affaire che riguarda un uomo pubblico francese. Stavolta tocca all’ex vice ministro per la Funzione Pubblica, Georges Tron, posto ieri in stato di fermo dopo che alla fine di maggio era stato costretto alle dimissioni dalle denunce di due ex impiegate del Comune di Draveil, vicino Parigi, di cui Tron è sindaco. Molestie e aggressione sessuale le accuse. La cosa, hanno raccontato le due signore, è andata così: che il signor vice ministro, millantando certe conoscenze «scientifiche» di riflessologia plantare, si era fatto «dare» i piedi dalle signore e massaggia che ti massaggia, le sue mani si erano spinte di buoni due palmi sopra le ginocchia, e insomma non erano i piedi, si era capito infine, che monsieur Tron puntava a farsi dare.
Ora, è evidente che non siamo di fronte alla «madre di tutte le molestie sessuali», il patronato spettando di diritto all’ex presidente del Fondo Monetario, Dominique Strauss Kahn, sotto processo a New York con l’accusa di aver stuprato una cameriera d’albergo. Ma di questi tempi, con l’aria che tira, non è neppure una barzelletta. E tuttavia, se i francesi «si incazzano», non è perché sono indignati di fronte al curioso comportamento di un altro uomo pubblico convinto di farla franca visto che la giustizia non è uguale per tutti. I francesi si arrabbiano perché c’è tutta una tradizione, ancorché intrisa di tartufismo e ipocrisia nazionale e di infrangibili tabù che una intera nazione di sepolcri imbiancati (quantomeno di fronte al pouvoir) pensava avrebbe resistito impavida, visto che l’andazzo andava avanti dai tempi del re Sole e del cardinale Mazarino. La tradizione dice questo: che la vita privata dei politici e dei potenti è sacra e inviolabile. Dunque se i giornali «svolazzano», vedrete che fra qualche giorno torneranno a posarsi anche loro, come se nulla fosse successo. Perché svellere le radici di una tradizione secolare non è facile come dirlo. Però i danni del terremoto prodotto dal comportamento di Strauss Kahn, convinto di poter fare con le donne come un cinghiale con le carote del contadino, si vedono, eccome. Giacché non sono più i tempi del presidente François Mitterrand, che a un giornalista impertinente (gli aveva chiesto se era vera la storia della figlia -Mazarine- avuta fuori dal matrimonio) aveva risposto, gelandolo: «Sì, è vero. E allora?». Col che il discorso era stato immediatamente chiuso.
I francesi sono sempre stati complici delle marachelle ostentando spavalderia di fronte a una certa esibita «virilità» dei loro uomini politici. E insomma ogni volta che si è profilato uno scandaluzzo si è fatto di tutto, giornali in testa, per mettere tutto a tacere. Non a caso, dopo la morte di Mitterrand e la scoperta della «figlia segreta» (cosa che tutti i giornalisti sapevano, ma nessuno aveva scritto) quel che urtò i francesi non fu la notizia in sé; quanto la scoperta che l’amante e la figlia illegittima del presidente erano vissute sotto la protezione della polizia e a spese del contribuente.
Della stessa complicità godettero Jacques Chirac, altro celebre sciupafemmine, e l’ex ministra della Giustizia Rachida Dati, che il pissi pissi all’Eliseo voleva come l’amante di Sarkozy prima di Carlà. Fecero finta di niente, i francesi e i loro giornali, anche di fronte all’autobiografia di Frédéric Mitterrand, nipote del presidente e ministro della Cultura, che raccontava simpaticamente di quando pagava i ragazzini in cambio di sesso in Thailandia.


Sì, è un altro «giorno appiccicoso di caucciù» per i francesi. Vanno capiti. Secoli di silenzio, e alla fine salta la santabarbara delle omertose mutande di Stato. Ovvio che «le balle ancor gli girano», per dirla ancora con Paolo Conte, a vedersi così sputtanati.

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