Francia, ora Sarkozy apre il corteggiamento ai centristi di Bayrou

Il MoDem ago della bilancia per conquistare molte città al ballottaggio

da Parigi

Elezioni in Francia il giorno dopo. I commenti concordano su alcuni elementi chiave: 1) l'elettorato ha colto l'occasione delle amministrative per lanciare un monito al presidente Nicolas Sarkozy; 2) il successo del Partito socialista è chiaro, ma è al tempo stesso limitato; 3) la sconfitta del partito chiave della maggioranza (Ump) avrebbe potuto avere dimensioni ben maggiori; 4) il sistema politico francese è sempre più bipolare; 5) domenica prossima l'esito finale della consultazione verrà fortemente condizionato dalla capacità del centrodestra di restare al potere in tre città ormai fondamentali: Marsiglia, Strasburgo e Tolosa; 6) il centrodestra può rallegrarsi per l'insperata rielezione al primo turno di Alain Juppé a sindaco di Bordeaux; 7) i socialisti sono praticamente certi di riconquistare Parigi, Lione e Lilla, città in cui ci sarà comunque un ballottaggio.
Indicare cifre nazionali in un'elezione locale è un esercizio difficile, che va tentato con le dovute cautele. A conti fatti le liste di sinistra e Verdi passano dal 45% delle scorse comunali (2001) all'attuale 47,3, mentre quelle di centrodestra scendono dal 47 all'attuale 45%. Lo spostamento c'è, ma non ha certo proporzioni gigantesche. Le altre liste sono ridotte ai minimi termini: l'estrema destra del Front national e l'estrema sinistra trotzkista viaggiano ciascuna sul 3%, così come è al 3% il Movimento democratico (MoDem) dell' «estremista di centro» François Bayrou, che sul piano nazionale è all'opposizione. Adesso François Bayrou è corteggiatissimo, visto che il MoDem può risultare decisivo, soprattutto a Marsiglia.
Le simpatie personali di Bayrou sono per un'alleanza con i socialisti, ma la sua situazione è complicata dal fatto che si è presentato alla carica di sindaco nella città pirenaica di Pau, di cui è originario, arrivando però al secondo posto. Domenica prossima la poltrona di primo cittadino di Pau verrà assegnata attraverso una sfida a tre tra i candidati del Partito socialista, del MoDem (Bayrou) e dell'Ump. Temendo soprattutto i socialisti, Bayrou sta alzando la voce contro di loro a Pau, mentre li tratta con grande cortesia sul piano nazionale. A loro volta i socialisti sono divisi tra chi vorrebbe un’alleanza strategica con Bayrou (linea proposta da Ségolène Royal) e chi concepisce solo intese locali (il segretario François Hollande).
Il commento più saggio ai risultati del primo turno è giunto ieri da una persona che ha rischiato l'emarginazione e anche la galera: Alain Juppé, già braccio destro del presidente Jacques Chirac e primo ministro dal 1995 al 1997, poi sacrificatosi per Chirac di fronte alla magistratura e condannato in una vicenda di finanziamenti occulti all'allora partito neogollista. Dopo essersi allontanato dalla politica, Juppé è rientrato in campo come sindaco di Lione e ieri è stato trionfalmente rieletto. Il suo commento ai risultati elettorali è un suggerimento rivolto al presidente Sarkozy e al primo ministro François Fillon: non far finta di niente.

«I francesi sono preoccupati e il governo deve trarre le conseguenze di questa situazione», ha detto Juppé.
Adesso che la sua luna di miele (quella con l'opinione pubblica, non quella con Carla Bruni) è finita, Sarkozy dovrebbe - secondo Juppé - stare più attento agli umori della gente.

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