Frattini smorza i toni: spazio allo sport

«Non è questo il momento e il luogo per certe discussioni, meglio aspettare il G8 alla Maddalena»

C’è una specialità in cui gli italiani sono già campioni, ancor prima che inizino le Olimpiadi: dividersi.
La pensa così il ministro degli Esteri Franco Frattini che ieri a Pechino ha fatto visita al Villaggio olimpico e a Casa Italia per incontrare i 347 azzurri pronti per i Giochi: «È triste essere lontani da casa e constatare che quello che ci preoccupa di più è come fare a dividerci fra noi», ha detto il ministro riferendosi alle polemiche sull’opportunità di boicottare la cerimonia di apertura dei Giochi. «Parteciparvi non significa dimenticare i diritti umani o la situazione del Tibet - ha spiegato Frattini - ma la politica non deve impicciarsi dello sport».
Il ministro ha così chiuso la vexata quaestio che alcuni esponenti della maggioranza, come il ministro Giorgia Meloni e Maurizio Gasparri, avevano riaperto dall’Italia, chiedendo agli azzurri di compiere un gesto concreto in favore dei diritti umani, come quello di disertare l’apertura dei Giochi.
Gli atleti si attengano alle regole del Cio, comitato olimpico e facciano il loro dovere, gareggiando. Sia questa la migliore forma di sostegno alla causa, insomma. «Queste Olimpiadi - ha proseguito Frattini - serviranno molto alla Cina, che, per quanto piccoli siano i passi avanti in tema di diritti e libertà, non sarà più la stessa dopo i giochi». È questa non solo la speranza, ma anche la convinzione del ministro: «La questione dei diritti umani non si promuove né si risolve nelle settimane dei Giochi. Il problema c’era, c’è e ci sarà anche dopo le gare ed è per questo che il nostro impegno deve concentrarsi nel trovare luoghi e tempi adatti per affrontare il tema».
Tempi e luoghi che non sono il «qui e ora» di Pechino 2008. Questo non è il tempo della politica ma dello sport: il capo della diplomazia italiana ha indicato quali potranno essere le sedi opportune per affrontare la situazione dei diritti umani in Cina, la condizione del Tibet ed altre istanze fondamentali come la riflessione sul clima, la moratoria della pena di morte o la situazione in Birmania: «Il vertice Asem, conferenza Asia - Europa, in autunno e il prossimo G8 sotto presidenza italiana, probabilmente alla Maddalena, sono le sede più indicate», ha precisato Frattini.
Il ministro si è detto anche disponibile ad un incontro con i gruppi di attivisti impegnati in queste ore a Pechino: «Non so chi siano, non ne conosco i nomi e nessuno di loro ha mai chiesto, per ora, di incontrarmi, ma se lo faranno, li vedrò volentieri».


Poi ecco scoccare davvero il tempo dello sport: sfoggiando una divisa tricolore per significare la condivisione di intenti con gli atleti il ministro ha cenato al villaggio olimpico, ha ricevuto il gagliardetto azzurro dalle mani del pugile Clemente Russo e a chiesto ai ragazzi di regalare al Paese tante medaglie. Ora, innanzitutto, si giochi.

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