Vivere schiavo di una macchina, il rene artificiale e per tre volte la settimana, per 4 ore al giorno, sottoporsi alla filtrazione del sangue per sopravvivere. È questa la condizione alla quale sono costretti i 50mila italiani in dialisi per insufficienza renale cronica, una malattia in costante ascesa a causa dell'aumento dell'età della popolazione e delle principali patologie ad essa correlate, come l'ipertensione e il diabete di tipo 2. Semplici test, come la misurazione della pressione arteriosa e l'esame delle urine permettono di riconoscerne i primi segni, fondamentali per non compromettere la funzionalità renale. Va detto però che in questi ultimi anni, per chi arriva alla dialisi, molti progressi sono stati fatti per assicurare un trattamento di qualità, sia dal punto di vista medico che tecnologico. Contribuiscono a questo miglioramento realtà come quella di Fresenius Medical Care, società che fa capo alla tedesca Fresenius, leader a livello mondiale nella produzione di dispositivi medici e nella gestione di servizi per la cura dell'insufficienza renale, da sempre impegnata in ricerca e tecnologia avanzata.
L'azienda presente in più di 100 Paesi del mondo con 60mila dipendenti e risultati finanziari per il 2007 che godono di buona salute (un fatturato aumentato del 14 per cento rispetto al 2006 a 9,7 miliardi di dollari e un utile netto cresciuto del 34 per cento a 717 milioni di dollari) ha in previsione investimenti per il 2008 vicini al miliardo di dollari. Sui mercati mondiali ogni anno produce 70 milioni di filtri dializzatori (il 40 per cento del fabbisogno mondiale), oltre 40 milioni di sacche per la dialisi peritoneale (il 20 per cento del fabbisogno mondiale) e circa 25mila apparecchiature per emodialisi. Sempre a livello mondiale, gestisce una rete di 2.238 cliniche per dialisi. Di queste 1602 negli Usa e 33 nel sud del nostro Paese con uno staff di 500 persone tra medici e personale infermieristico. Le attività produttive e commerciali in Italia occupano circa 500 dipendenti a Palazzo Pignano (Crema). Nel Paese i 50mila pazienti in dialisi assorbono il 3 per cento del budget della sanità italiana e ogni dializzato costa circa 50mila euro l'anno.
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