Ora non si limitano a spedire a mezzo mondo e-mail terroristiche. Ora escono allo scoperto e si presentano in Rai per dire: «Io quel vaccino non lo faccio e non lo consiglio neppure ai miei pazienti». C’è di peggio. Ieri un medico di famiglia di Monza ha sconsigliato il vaccino a un cardiopatico perché l’adiuvante fa male. Il cardiopatico ha ora la figlia a letto febbricitante, con l’influenza A. E probabilmente contagerà il padre.
La fronda anti-vaccino ingrossa le sue file, i medici che si dissociano sono migliaia e mandano in confusione altrettanti pazienti che si affidano a loro per fare la scelta giusta. E se consigliati male, la fanno sbagliata. A creare più confusione si mette pure il sindaco di Roma. Gianni Alemanno, non si vaccinerà, lui preferisce l’omeopatia per le cure personali. Per fortuna il premio Nobel Rita Levi Montalcini non rema contro. La scienziata non teme il virus pandemico. «Io non ne ho paura – ha detto ai cronisti - E voi?». Gli italiani abbastanza, gli australiani ancora di più. Secondo un sondaggio pubblicato sul Medical Journal of Australia, un terzo degli australiani non si fida del vaccino contro il virus pandemico, solo due terzi sono decisi a farsi vaccinare, il 13% della popolazione preferisce aspettare e vedere se vi saranno complicazioni; il 17% rifiuta del tutto il ricorso all’immunizzazione. Il perché di questo rifiuto? La paura di effetti collaterali, la percezione che il vaccino non sia necessario e la contrarietà a tutte le vaccinazioni.
Ma in Australia il picco pandemico è passato. Da noi deve ancora arrivare. Si aspetta tra una decina di giorni. Il tempo di vaccinare a tappeto le persone a rischio e le donne incinte. Poi bisognerà aspettare la terza fase vaccinale che partirà a fine anno. Chi si ammalerà nel frattempo, sarà immunizzato a vita, gli altri dovrebbero farsi il vaccino. E il condizionale è d’obbligo. C’è la componente «strizza» che incombe sulla popolazione. Nonostante le rassicurazioni di Ferruccio Fazio. Anche ieri il viceministro ha spiegato che «sulla nuova influenza c’è assolutamente un eccessivo allarmismo perché c’è troppa gente che parla». O che scrive cose non vere. Come conferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, la federazione dei medici di famiglia. «Molti colleghi sono stati influenzati da qualche notizia che hanno diffuso irresponsabilmente gli stessi medici. E queste voci sulla non sicurezza del vaccino sono criminogene». Milillo conferma che la vaccinazione tra i medici italiani «è ancora bassa». Milillo invita i medici a immunizzarsi per non mettere a rischio la sanità pubblica. Il carico di lavoro, infatti, è cresciuto a dismisura. «Ogni giorno visitiamo circa 2 milioni di pazienti e abbiamo 6 milioni di contatti telefonici. Qualche disguido ci può essere sollevando le critiche di qualche associazione, ma noi ci siamo stufati di rispondere alle critiche». Quel che preme al segretario nazionale è che la campagna vaccinale decolli.
«Con la fine del picco, cominceremo a raccomandare a tutti la vaccinazione contro l'influenza A, per evitare una seconda ondata, come accadde per la Spagnola e per la pandemia del 1968, di solito più violenta della prima. Abbiamo gli strumenti per farlo e dobbiamo evitare questa possibilità».
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