«Il Frosinone dei miracoli pensa alla B ma rischia di giocarla in campo neutro»

Igor Traboni

Questa volta il cartellino rosso non l’ha sventolato nei confronti di Totti, ma dei consiglieri comunali di Frosinone. E il fallo potrebbe essere quello di «ostruzione»: nei confronti di un’intera città e di migliaia di tifosi che ancora non riescono a vedere uno stadio degno di questo nome.
L’arbitro in questione è Marco Gabriele, che arbitro lo è davvero e tra i più quotati, da due anni chiamato a dirigere gare di serie A e B. Marco Gabriele è di Frosinone, la cui squadra cittadina quest’anno «rischia» di andare in B. Per adesso è seconda in classifica, alle spalle del Napoli e con ogni probabilità disputerà i play-off con buone possibilità di vincerli, visto come si è ottimamente comportata finora. Frosinone però ha uno stadio vecchio, insicuro e poco capiente, e la Lega ha già fatto sapere che, in caso di promozione in serie B, dovrà disputare tutte le gare in campo neutro.
L’arbitro Gabriele, allora, come privato cittadino ma forte della sua esperienza sportiva, ha preso carta e penna e si è rivolto al sindaco di Frosinone, Domenico Marzi, con una lettera aperta: «Noi arbitri di calcio non abbiamo un nome di battesimo bensì veniamo identificati solo con la città di appartenenza; quel “Frosinone” appiccicato al mio cognome e quel “ciociaro” gridato più di qualche volta in segno di scherno sono stati da me sempre considerati motivo di vanto e non di vergogna. Grazie allo sport che pratico ho avuto modo di conoscere molte altre realtà in Italia e vedere che Frosinone, nel 2006, e mi limito a parlare di impianti sportivi, è uno dei pochi capoluoghi di provincia senza neanche un impianto di calcio. Non possiamo far crescere i nostri figli senza queste possibilità, indipendentemente dal fatto che diventino campioni di sport, perché campioni nella vita si diventa anche attraverso la pratica sportiva. L’attaccamento alla squadra di calcio, la civiltà e la passione dimostrata in occasione della gara con il Napoli, e non solo quella, dai cittadini di Frosinone, sportivi e non, dovrebbe far riflettere i consiglieri comunali che l’opportunità che stanno dando alla città, attraverso il calcio, imprenditori privati che investono i propri soldi, è un’occasione che non ci si può lasciar sfuggire».
Fin qui Marco Gabriele, che tra le righe torna sull’opportunità per Frosinone di avere subito un nuovo stadio, in virtù del «progetto di finanza» presentato da alcuni privati, che sono poi gli stessi imprenditori proprietari della squadra. Un progetto che prevede la sistemazione di un altro stadio, appena abbozzato con i fondi di Italia ’90 e mai completato. Un progetto che il consiglio comunale ha approvato e che piace a gran parte della città, anche perché prevede la riqualificazione dell’area dell’attuale stadio.

Questo progetto, però, è stato ora bloccato dall’amministrazione regionale, e così Frosinone potrebbe ritrovarsi tra pochi mesi la squadra in serie B (e sarebbe la più piccola città italiana, dopo il caso di Castel di Sangro dieci anni fa, ad arrivare ad un simile traguardo) ma senza stadio. Opportunità che i tifosi non vogliono neppure considerare e che domenica scorsa hanno duramente contestato.

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