da Milano
Nomine, nuovi piani industriali e, come se tutto questo non bastasse, scioperi. Sono roventi i dossier di Alitalia e Ferrovie sui quali si è concentrata, in queste settimane, listruttoria del governo e che, come ha annunciato il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, è «ormai agli sgoccioli».
«La prossima settimana li discuteremo con i vertici», ha annunciato precisando che il primo a essere affrontato sarà quello relativo alla compagnia guidata da Giancarlo Cimoli. Subito dopo sarà la volta delle Fs. Mentre sono in arrivo nuove proteste, per i grandi malati del settore dei trasporti, si preannuncia, dunque, una fase decisiva anche se non è ancora chiaro quando dalla diagnosi si passerà alla terapia, quando, cioè, una volta chiusa la ricognizione si procederà alleventuale nomina di nuovi manager ai quali assegnare una nuova «mission» industriale di Alitalia e Ferrovie.
Sul futuro di Alitalia, in particolare, si concentrano scommesse sui potenziali pretendenti privati dopo lapertura mostrata da Bianchi a unofferta seria e significativa da parte di investitori. Il tam tam, partito subito, indica in primis Roberto Colaninno. Il quale però ha risposto con una battuta: «Prendo Alitalia per volare, per andare in giro per il mondo».
Oltre a Colaninno, i rumors parlano anche di investitori istituzionali. In occasione della ricapitalizzazione dellautunno scorso, nel capitale era entrata la Norges Bank (2%). Ma anche il fondo di private equity, Texas Pacific Group, aveva manifestato interesse per laviolinea. La lista, tuttavia, potrebbe contemplare laustraliana Macquarie, già azionista di Aeroporti di Roma, o il fondo Clessidra pronto a lanciare un fondo per le infrastrutture.
Quanto allassetto di vertice, il totonomine si è aperto da tempo. Ma oltre allopzione di un totale ricambio, cè anche quella che prevede laffiancamento di un direttore generale operativo allattuale presidente e amministratore delegato Cimoli. Tra gli altri, i nomi che circolano sono quelli di Giovanni Sebastiani, ex direttore generale della compagnia, Augusto Angioletti, ex presidente dei piloti dellAnpac e attuale ad di Eurofly, dellex ad di Wind, Tommaso Pompei, e dellad di Adr Maurizio Basile.
Sul fronte Fs, in pole position per la carica di amministratore delegato ci sarebbe Mauro Moretti, ad di Rfi, vicino ai Ds e con un passato da sindacalista nella Filt-Cgil. Per lincarico di presidente si parla di Paolo Baratta, ex ministro delle Privatizzazioni nel governo Amato, dellIndustria nel governo Ciampi e dei Lavori pubblici in quello Dini. Una candidatura, questa, sostenuta dai prodiani. Ma lattuale presidente e ad, Elio Catania, chiamato dallIbm dallallora premier, Silvio Berlusconi, ha dichiarato di non avere intenzione di dimettersi: «Sono sereno - ha detto -, stiamo lavorando in profondità per trasformare le Fs in una vera azienda e i prossimi due o tre anni saranno cruciali». Catania ha anche riferito che quando cè stato il cambio di azionista, ha illustrato «la situazione, come un manager fa in queste circostanze».
In attesta delle scelte che il Tesoro e i ministri interessati faranno su Alitalia e Ferrovie, cè una mina che andrà disinnescata quanto prima: gli scioperi che pendono su Alitalia e Ferrovie intorno al 20 luglio.
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