La fuga misteriosa di Luciano Casimirri

Ci sono misteri ancora aperti. Il più affascinante, citato nel saggio di Grandi, è forse la fuga di Alessio Casimirri. Il padre, Luciano Casimirri, l’8 settembre 1943 visse la tragedia di Cefalonia. La leggenda narra che sia lui il capitano Corelli. La storia dice che per anni è stato responsabile della sala stampa del Vaticano. Casimirri non ha mai fatto un giorno di carcere. Vive in Nicaragua, protetto e al sicuro da possibili estradizioni. Casimirri si dà alla latitanza il 15 febbraio 1982. Il giorno dopo dalla procura di Roma parte un ordine di arresto per concorso in banda armata. Ma quando i carabinieri vanno a cercarlo nella scuola cattolica dove lavora, insieme alla compagna brigatista Rita Algranati, di lui e di lei non c’è più traccia.

Chi lo ha avvertito? Nel 1987 un appunto del Sisde finito sul tavolo del direttore Riccardo Malpica spiega: «Fonte confidenziale attendibile ha riferito che i noti brigatisti Casimirri Alessio e Algranati Rita si troverebbero in una missione cattolica dell’Africa centrale. Il loro espatrio sarebbe stato favorito dall’intervento di un soggetto che opera in Vaticano».

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