Il nome del magistrato Paolo Mancuso finì anche fra gli accertamenti disposti dalla Procura di Napoli sulla fuga di notizie per le intercettazioni Saccà-Berlusconi. Nessuna conseguenza per lui. Le indagini disposte per accertare chi passò a «Repubblica» i contenuti dellinchiesta top secret si svilupparono attraverso i tabulati di Giuseppe DAvanzo, autore degli articoli incriminati. Lesame del traffici telefonici portò a evidenziare contatti con numerosi magistrati della procura di Napoli, compreso per lappunto Mancuso. Sulla rubrica del cellulare di DAvanzo spuntavano il numero di cellulare del magistrato e quello dellufficio di Mancuso oltre a unutenza in uso a Paolo Mancuso, chiamata in quei giorni ma «intestata - osservava linformativa della Gdf - a tale S. Francesco, nato a Caserta e che secondo la banca dati A.T.
percepisce redditi di lavoro dipendente dalla casa circondariale femminile di (...)» un penitenziario toscano. DAvanzo chiamò anche un telefono intestato al figlio del magistrato. Linchiesta si concluse con un nulla di fatto.Fuga di notizie Anche il suo nome tra i contatti di DAvanzo
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