Roma

Funambolismi d’autore per Dapporto

Funambolismi d’autore per Dapporto

A otto anni di distanza dal fortunato allestimento diretto da Luca Ronconi per il Piccolo di Milano (Massimo Popolizio interprete), torna sulle nostre scene I due gemelli veneziani, capolavoro tardo di Carlo Goldoni che rappresenta un canovaccio di alta perizia drammaturgica e, al contempo, un gioco funambolico teso a parlare per simboli e metafore. Al centro della commedia, ora riproposta da Antonio Calenda in uno spettacolo cucito addosso alle qualità espressive di Massimo Dapporto (lo vedremo al Quirino da questa sera), vi è il tema - teatralissimo - del doppio, del sosia, della confusione di identità tra gemelli. Tema di antica e solida tradizione (e basti ricordare la produzione di Plauto e Terenzio ma anche tutta la commediografia rinascimentale e barocca) che qui serve non solo a tenere vivo un meccanismo scenico fatto di continui equivoci e complicati imbrogli ma anche - e soprattutto - a svelare che, dietro (o se vogliamo, sotto) quel meccanismo si apre una spaventosa voragine di nulla: un tremante senso di angoscia e di fragilità che abbraccia l’uomo e il mondo. Ma seppure nella duplicazone del reale il senso del reale si perde, ciò non significa, tuttavia, che questa duplicazione non possa diventare, essa stessa, vettore di comicità e briosità, ingredienti base dell’opera. A farsene carico è in primo luogo il protagonista, sdoppiato nel doppio ruolo di Tonino e Zanetto, i due gemelli del titolo. Dapporto è un attore notoriamente eclettico e sensibile che senza dubbio, contornato da un pregevole cast, saprà dare a queste due figure opposte ma complementari tutta la profondità che meritano. D’altronde, l’intera commedia nacque, nel lontano 1747, come campo di «esercitazione» per il celebre Pantalone Cesare D’Arbes: «Per meglio consolidare la sua fama - scrive Goldoni nei Mémoires - bisognava farlo brillare a viso scoperto», mettendo insieme gli aspetti maggiormanete contrastanti del suo carattere. «A volte era l’uomo di mondo più brillante e vivace; a volte, invece, assumeva l’aria e i discorsi di un sempliciotto, di un balordo». In pratica, Tonino e Zanetto. Buon divertimento!
Repliche fino al primo marzo.

Info: 06/6794585.

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