Fuoco incrociato della sinistra sulla sicurezza

Gianni Baget Bozzo

Certamente il Paese non ha gradito né l'indulto né la nuova impostazione sull'immigrazione fatta dal ministro dell’Interno Amato. Da anni il problema della sicurezza è al centro dell'attenzione dei cittadini, soprattutto la microcriminalità. Il ministro Amato sembra, nella sua intervista alla Stampa, deplorare che la gente senta più il problema della microcriminalità che quello della mafia. Ma il tema della mafia è stato esacerbato da decenni ed è rimasto sempre attuale: persino l'arresto di Provenzano non ha toccato la struttura delle molteplici realtà mafiose. Sembra che la lotta contro la mafia sia servita più a incriminare i politici invisi a sinistra che a incidere sul terreno dove la gente può sentire il morso della società di malaffare. E poi la mafia è una realtà certa, la microcriminalità è sparsa ovunque, si intreccia con la vita comune dei cittadini, specie su quelli meno ricchi e meno protetti. E, per paradossale che sia, questi cittadini meno protetti, votano per la destra.
Il ministro Amato non ha guardato ai poveri d'Italia, ma ai suoi referenti forti che sono nella sinistra politica, nei sindacati, nelle associazioni di volontariato. E ha aperto le porte del Paese, facendo dell’Italia la nazione più favorevole all'immigrazione di tutti i Paesi europei, proprio mentre, insieme alla Spagna, è oggetto di una ondata di immigrazione che arriva dall'Africa subsahariana e dal corno d'Africa. Con i regimi africani, che sono tutti dittature etniche di una tribù sulle altre, la possibilità di uno sviluppo economico africano che possa impedire la trazione che spinge verso Pantelleria, è molto scarsa. Su questa spinta si sono sempre organizzati gli interessi della mafia.
Bisogna ricordare che vi è anche una spinta dell'islamismo politico verso l'emigrazione in Europa, per trasformarla da «terra della guerra» a «terra dell'Islam». Il ministro sa che ci sono le mafie che organizzano il traffico, eppure si impegna a facilitare l'immigrazione in Italia, dando ad essa la prospettiva di un più facile accoglimento e di un più stabile inserimento. I provvedimenti di Amato debbono piacere alla sinistra antagonista e riformista, che ha sempre favorito il formarsi di entità diverse da quella cattolica per divenirne il rappresentante. Il ministro Ferrero ha immediatamente colto il senso della proposta del collega Amato di accorciare da dieci a cinque anni la concessione della cittadinanza italiana. Ha infatti detto che si presenta la prospettiva di un milione di voti per la sinistra. La disgregazione della nazione è il fine di questa sinistra.
Le nazioni europee non sono un melting pot, un’«insalata etnica», come la società americana. Hanno una identità storica secolare. In Europa le identità islamiche formano ghetti, si isolano o sono isolate. Gli italiani hanno meno orgoglio nazionale dei francesi e forse accolgono meglio gli immigrati; ma in ogni Paese gli immigrati musulmani sono spinti a costituirsi in comunità separate. L'Africa subsahariana che naviga verso Pantelleria è islamica. I provvedimenti del governo, dalla sanatoria, all'ampliamento del diritto di congiungimento, al diritto del suolo, sono un messaggio che giunge oltre il Maghreb e spinge scafisti e vittime degli scafisti a puntare sulla costa libica.
Quello che conta è il messaggio; e il messaggio di Amato spinge gli italiani a considerare perduta ogni resistenza all'ondata migratoria e moltiplica le occasioni d'oro per gli scafisti.

Nell'intervista Amato dice che 1450 marocchini, detenuti nelle carceri per reati, sono stati messi in libertà. L'incidenza dell'indulto sulla composizione della popolazione è così moltiplicato.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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