Fuori uso entrambi i tribunali E Bari rimane senza giustizia

da Bari

Due palazzi di giustizia, tutti e due sotto inchiesta. Processi bloccati o che procedono a rilento. Succede a Bari, dove la procura, dopo aver chiesto e ottenuto già parecchio tempo fa il sequestro della nuova struttura realizzata in via Nazariantz e riservata al settore penale, ha deciso di avviare indagini anche sul vecchio edificio di piazza De Nicola, quello che da decenni ospita le cause civili e i processi d’appello. Le nuove indagini sono ancora nella fase conoscitiva, ma il fascicolo è stato aperto formalmente e gli accertamenti potrebbero riservare sviluppi.
L’inchiesta sul palazzo di giustizia civile è scattata dopo una relazione degli ispettori ministeriali che, al termine di un accurato sopralluogo, hanno ravvisato gravi carenze. Sul contenuto del dossier c’è il massimo riserbo, ma secondo indiscrezioni le contestazioni riguardano in particolare la sicurezza e l’igiene dell’edificio. E per approfondire la vicenda proprio ieri è giunto a Bari un tecnico proveniente da Roma, che nel giro di settanta giorni dovrà comunicare le sue conclusioni ai magistrati inquirenti. Ma nel frattempo gli accertamenti sono destinati ad andare avanti: sotto esame sarebbero finiti il parcheggio sotterraneo riservato alle auto di magistrati e dipendenti, oltre agli uffici delle cancellerie e alle uscite di emergenza. Insomma, le condizioni generali dell’edificio sono tutt’altro che rassicuranti: al contrario, non sarebbero in linea con le norme di sicurezza sul lavoro. Del resto, altri rilievi furono mossi già diversi anni fa nel corso di un’ispezione dei vigili del fuoco. Ma se in piazza De Nicola la giustizia viene amministrata in un palazzo a rischio, le cose non vanno certo meglio in via Nazariantz, poco distante, dove è stato realizzato il nuovo palazzo riservato a gip, procura, polizia giudiziaria.
Nel gennaio del 2006 l’immobile fu confiscato al termine di un processo per lottizzazione abusiva. Il motivo: la struttura era destinata a servizi per residenza. La vicenda risale a parecchio tempo prima: le prime indagini scattarono cinque anni fa e nel settembre del 2002 l’edificio fu sequestrato su richiesta della procura. Il gip, Giuseppe De Benedictis, concesse la facoltà d’uso: avvocati e magistrati continuarono la propria attività come ogni giorno ma lavorando in uffici giudiziari sotto sequestro, come ricordava il cartello posto dinanzi all’ingresso. Il palazzo di via Nazariantz, un edificio con vista sul cimitero e a pochi passi dal mercato del lunedì, è finito al centro delle polemiche fin dall’inizio. E non poteva essere altrimenti: quando piove è necessario mettere mano ai secchi e raccogliere l’acqua dal soffitto colabrodo, per non parlare delle crepe sui muri e delle carrellate di fascicoli accatastati per terra perché non c’è spazio. E poi ancora: spesso l’archivio sotterraneo viene invaso e danneggiato non dalla pioggia ma dai liquami della fogna, mentre le aule processuali risultano assolutamente insufficienti.

Adesso, dopo la confisca, il palazzo è passato nel patrimonio del Comune. Ma l’edificio rimane quello che è. E mentre in città infuria il dibattito politico sull’accorpamento degli uffici giudiziari, anche l’altro palagiustizia finisce in un fascicolo della procura.

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