Il futuro ministero? È già sotto sequestro

Sigilli all’area del nuovo ministero della Salute di viale dell’Oceano Pacifico. A ordinare il sequestro dei due edifici ancora da ultimare, «le torri» a uso abitativo, il pm Carlo Luberti della procura di Roma. Il reato ipotizzato? Truffa. Un’indagine delicata quella che coinvolge la struttura di via Avignone facente parte del maxi progetto «Euro Parco» i cui lavori sono iniziati lo scorso anno. Un’inchiesta avviata dal II gruppo Ostia della guardia di finanza mesi addietro in seguito a una segnalazione anonima. Secondo la soffiata, i materiali utilizzati in corso d’opera non corrispondono affatto, in quantità, a quelli approvati sulla carta. Una convenzione fra Comune di Roma e imprese private culminata, appunto, con la realizzazione del centro commerciale più grande d’Europa, della nuova sede del ministero della Sanità e di alcuni edifici destinati a uffici e appartamenti privati. Questi ultimi legati soprattutto alle esigenze dei dipendenti ministeriali trasferiti di recente. Diverse le ditte appaltatrici e sub appaltatrici che si sono divise i vari compiti: fornitori di materiali, fondamenta, elevati, coperture, parcheggi e servizi. Ma è sulle prime che si concentrano i «segugi» delle fiamme gialle che a ottobre, mandato alla mano, eseguono una raffica di perquisizioni a sedi legali e uffici tecnici delle imprese in questione. Risultato? La «gola profonda» che si è rivolta ai finanzieri dice il vero. O, perlomeno, ipotizza una situazione da valutare attentamente. Sotto accusa i tondini di ferro utilizzati nella gettata di cemento armato per i pilastri destinati a sorreggere i due edifici ancora da realizzare. Al magistrato, infatti, basta nominare un perito, un esperto ingegnere, per avere il quadro della situazione. Ovvero che il ferro «affogato» nel calcestruzzo sarebbe in quantità minore rispetto a quella fatturata secondo il progetto approvato. Qui l’ipotesi della truffa ai danni del committente. Non solo. I tecnici avrebbero commesso degli errori anche nella lunghezza di penetrazione dei piloni nel suolo. Il tutto in grado di far risparmiare alla ditte sub-appaltatrici denaro. Non è accertato se la cosa potrebbe anche compromettere la solidità dei due edifici, visto che i progettisti lavorano con margini di sicurezza più larghi. I calcoli, in Procura, non sono ancora terminati ma, secondo indiscrezioni, la cifra «risparmiata» si aggirerebbe su quasi mezzo milione di euro per l’intero comprensorio. Mercoledì, intanto, i militari della compagnia di via Alcide Pedretti hanno apposto una serie di cartelli indicanti il provvedimento di sequestro all’area in costruzione e sigillato con decine di metri di nastro in plastica la recinzione esterna che da via Avignone corre fino al semaforo di viale Oceano Pacifico.

Decreto «d’iniziativa», l’articolo 348 del codice penale, che dovrà essere convalidato dal gip nei prossimi giorni. Per il momento tutti a casa: operai, capi cantiere, tecnici. Stupore fra i passanti che si sono trovati davanti l’ordinanza di sequestro bene in mostra sulla rete che circonda la sede ministeriale dell’Eur.

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