Il G20 dà una scossa alle Borse

Schivato, la scorsa settimana, il colpo da potenziale ko della disoccupazione Usa (tasso al 10,2%, il più alto dal 1983), le Borse hanno incassato ieri con favore la risoluzione partorita dal G20 nella due-giorni scozzese. Guai a toccare le misure di stimolo economico anticrisi, hanno ammonito i Grandi.
L’avvio delle exit strategy può insomma attendere, così come vanno ripetendo da tempo organismi quali il Fondo monetario internazionale e l’Ocse, e come ribadito ieri dal numero uno della Bce, Jean-Claude Trichet che ha parlato di «rimozione graduale».
Il mantenimento delle misure di stimolo non esclude comunque un processo di riaggiustamento dei conti pubblici, fortemente deterioratisi proprio a causa degli interventi pubblici di sostegno. Gli orientamenti della Commissione Ue appaiono infatti piuttosto precisi per quanto riguarda le tempistiche di rientro del rapporto deficit-Pil sotto la soglia del 3%, ma i mercati europei, almeno per ora, non se ne sono curati. I listini, nella prima seduta della settimana, hanno collezionato rialzi compresi tra l’1,8% di Londra e il 2,4% di Francoforte, con Milano in progresso del 2,3%.
Una spinta al rialzo sostenuta dall’accelerazione di Wall Street, con il Dow Jones oltre la soglia dei 10.200 punti (+2% a un’ora dalla chiusura) e ai massimi del 2009 (+1,8% il Nasdaq) sempre grazie alla «risoluzione scozzese». Al rally azionario si è sommato l’ennesimo record stabilito dall’oro, oltre i 1.100 dollari l’oncia, e il nuovo balzo dell’euro a quota 1,50 dollari. Considerata la fragilità della ripresa, la posizione assunta dal G20 è quanto di meglio la Borsa Usa potesse chiedere. Peraltro, dopo mesi di pessime notizie, dal mercato del lavoro è arrivata finalmente una prima schiarita, con il rafforzamento di ottobre dell’indice del Conference Board. L’aumento delle vendite registrato da McDonald’s il mese scorso (+3,3%) è invece un segnale a favore dei consumi, da cui dipende oltre il 70% del Pil americano, in vista dell’ormai prossimo avvio della stagione natalizia.
Le Borse europee hanno comunque corso grazie anche alla buona trimestrale di Allianz, in attesa dell’ora della verità, prevista nei prossimi giorni, sui conti di Hsbc, Crédit Agricole e Barclays. In Italia, già oggi Intesa Sanpaolo alzerà il velo sui risultati, mentre domani toccherà a Unicredit. Il settore del credito è un sorvegliato speciale dai mercati. Soprattutto dopo il rosso annunciato da Ubs all’inizio del mese.

Anche le parole pronunciate ieri dall’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, dovrebbero far riflettere: il comparto finanziario corre il rischio di «due anni bui», ha detto, per un «eccesso di regolamentazione del settore» e se i tassi dovessero restare bassi.

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