da Milano
John Elkann «ha avuto successo e ha
superato test severi: sono sicuro che un giorno sarà il mio successore». È Gianluigi Gabetti, presidente dellIfil, a esprimersi in questi termini di «Jaki» Elkann, attuale vicepresidente della Fiat e della holding che è la cassaforte della famiglia Agnelli, nella convinzione che il nipote dellAvvocato «sarà in grado di portare avanti una tradizione e un impegno di cui, se non dal principio per motivi anagrafici, posso dire di essere stato testimone negli ultimi cinquanta anni». A New York, per ricevere il «2007 Business and Culture Award», il riconoscimento assegnato dalla Camera di commercio italo-americana newyorkese agli italiani che si sono distinti nel favorire le relazioni tra Usa e Italia, e il premio Four Seasons offerto per il primo anno dalla Fondazione Biella «The art of excellence», Gabetti ricorda la sua esperienza newyorkese, prima nel 1959 con la Olivetti International e poi nel 1961 con la Fiat di Gianni Agnelli, fino alle tappe più tristi del Lingotto, con la scomparsa dellAvvocato e di suo fratello Umberto, e alla «rinascita» con Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne.
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