Gabinetti a cielo aperto: lo scandalo dei Rolli patrimonio dell’Umanità

Sotto via Garibaldi i negozianti esasperati chiedono interventi subito: non si respira più dal degrado

Gabinetti a cielo aperto: lo scandalo dei Rolli patrimonio dell’Umanità

(...) «Pulizia, ordine e senso estetico sono termini che questa amministrazione non conosce, perché altrimenti farebbe qualcosa - dice Agostino Carbone, un cittadino indignato -. Non è possibile tenere incustodito e così mal ridotto un gabinetto pubblico nel cuore della nostra città. Ci sarebbe bisogno di una bella scossa al Comune, ma onestamente non ci credo molto. Oramai non si muovono nemmeno più sotto elezioni, e francamente è preoccupante». A pochi metri dunque da Palazzo Tursi - sede del Municipio - passa inosservato il degrado.
«C'è una puzza insostenibile - denunciano alcuni commercianti della zona -. Abbiamo più volte chiesto una più attenta e regolare pulizia, invece siamo qui a lamentare un problema ai limiti del paradossale. Ma che immagine diamo ai visitatori e agli stessi genovesi che visitano questo angolo ricco di bellezze artistiche?». A preoccupare è soprattutto la scarsissima pulizia in questo piccolo spazio diventato oramai una latrina. L'odore è inquietante e le deiezioni sempre ben visibili. Insomma un'offesa a quanti considerano via Garibaldi un gioiello dell'Umanità. «Sono andato direttamente dai vigili al piano inferiore di Palazzo Tursi a denunciare la situazione - spiega Carbone - ma l'unica cosa che sono stati capaci di dirmi è che avevo ragione, e che viene sempre più gente a lamentare questo problema. Ma allora perché non arrivano risposte concrete? Non credo sia una richiesta assurda quella di tenerlo pulito». Cresce il malcontento se si pensa che il Comune aveva lanciato l' «Operazione Vespasiano»: nell'autunno nel 2006 erano stati stanziati 300mila euro per ridare forma civile ai vespasiani in giro per la città. E si aggiungeva inoltre che sarebbero state sistemate anche le aree circostanti, spesso in condizioni di degrado. Ma forse in tutto questo tempo è sfuggito proprio quello sotto casa, ossia quello girato l'angolo di Tursi.
La situazione non cambia, anzi peggiora sensibilmente quando ci si sposta di poco da via Garibaldi. A pochi passi basta incrociare un carruggio che la sporcizia, i cattivi odori, la spazzatura accatastata in ogni angolo affiorano, mentre i topi fanno capolino come nulla fosse. «Non so se dipende dal fatto che questo inverno ha piovuto davvero poco, ma le strade nel centro storico sono ridotte a un letamaio e invase dai cattivi odori - dicono alcuni negozianti di via della Maddalena e dintorni -. Bisognerebbe firmare petizioni o attuare forti forme di protesta, perché qui fanno tutti finta di non vedere. È vero è una parte difficile della città che però non merita di essere abbandonata a se stessa». Inoltrarsi poi in altri carruggi significa scoprire scenari simili. In Vico dei Castagna accanto ai piccoli negozi, un odore rancido è oramai stagnante. In via Prè e nei vicoli accanto ai trogoli di Santa Brigida, dove stanno per essere ultimate le «nuove-vecchie» case, il problema del degrado e dalla sporcizia è evidente. Insomma la scena complessivamente si ripete in gran parte dei vicoli dove escrementi di ogni genere ristagnano e dequalificano l'area aggravando i problemi igienico sanitari. «All'interno del centro storico ci sono delle piccole isole felici, il resto è disastro - dicono alcuni residenti -. Un po' di colpa è anche dei genovesi che non brillano per senso dell'ordine e della pulizia nei luoghi pubblici. Ma ciò non toglie che Amiu e Aster abbiano la loro fetta di responsabilità.

Gli addetti alle pulizie delle strade fanno anche il loro lavoro, ma il problema è a monte. Sono passati 15 anni dalle Colombiane, in mezzo c'è stato il G8 e Genova 2004 , occasioni queste in cui non sono mancati certo i finanziamenti per aggiustare il tiro».

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