Francesca Angeli
da Roma
Questa volta Romano Prodi lha detta talmente grossa che lindignazione lascia posto allo stupore e alla preoccupazione. La sua battuta infelice sulla sicurezza di Benedetto XVI e le guardie svizzere getta sconcerto in tutta la Casa delle libertà ma allarma e imbarazza anche il centrosinistra. Proprio mentre il premier si lanciava in quellinfelice considerazione il leader della Margherita, Francesco Rutelli, nel ruolo di vicepremier illustrava con solerzia a Montecitorio come a Roma fossero stati potenziati tutti i servizi a tutela della persona del Pontefice, della Santa sede e dei principali luoghi di culto. Rutelli aveva voluto rispondere personalmente sulla questione della sicurezza del Pontefice proprio per rimarcare quanto il governo fosse impegnato in questo delicato e cruciale compito. E Prodi da New York che fa? Dice che la sicurezza del Papa non è affar suo ma delle guardie svizzere. Un brutto colpo per la tenuta del centrosinistra tanto che in Transatlantico allinterno della maggioranza rimbalzava una malignità: «A Prodi oramai gli ci vuole la badante».
E nel centrosinistra cè chi critica apertamente il premier. Come il presidente dei deputati dellUdeur, Mauro Fabris. «Beh, se questa è la posizione del presidente Prodi - commenta ironicamente - allora a me da credente non resta che affidarmi allo Spirito santo». Il radicale Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttive della Camera parla di autolesionismo. «O siamo dinanzi a un'improvvisa botta di laicità, ma mi pare difficile - dice Capezzone -. O si tratta di un'altra delle battute autolesioniste di questi giorni. A volte sembra che Tafazzi (il personaggio comico simbolo dei masochisti ndr) sia tra gli spin doctor di Palazzo Chigi. Ma perché il governo vuole cacciarsi nei guai?».
Non ha voglia di scherzare invece lex ministro dellInterno, Beppe Pisanu che giudica imprudente latteggiamento del premier. «Al presidente del Consiglio è sfuggita una battuta infelice ma potenzialmente pericolosa che, per nostra fortuna, non verrà presa sul serio neppure dal più sprovveduto degli estremisti», osserva il senatore di Forza italia. «La sicurezza del Santo padre infatti è affidata allo Stato italiano - puntualizza - e in occasione dei suoi viaggi allestero, ai Paesi che lo ospitano».
Per il leader dellUdc, Pierferdinando Casini «il fuso orario gli ha dato alla testa» ovviamente a Prodi. Il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, parla di una «incredibile caduta di stile di Prodi verso il Papa». Lazzurro Antonio Tajani invece si chiede «come può rappresentare l'Italia in Europa e nel mondo un presidente del Consiglio che fa battute come quelle sulla sicurezza del Santo padre».
Sulle barricate lex ministro leghista Roberto Calderoli. «Prodi, dopo aver preso a schiaffi il Parlamento, dandoci dei matti, dicendo su Telecom tutto e il contrario di tutto, ci regala oggi l'ennesima barzelletta del giorno: secondo lui, infatti, alla sicurezza del Papa devono pensare le sue guardie e questo, mi spiace, è veramente un inaccettabile schiaffo rivolto al Santo padre e a tutta la Chiesa cattolica» dice il vicepresidente del Senato. «Dopo aver schiaffeggiato il Parlamento e il Papa, e tutto quello che Benedetto XVI rappresenta, con chi se la prenderà Prodi la prossima volta? - dice Calderoli - Con il buon Dio? Perché è più conveniente stare dalla parte di Allah». Ancora una battuta per Ignazio La Russa. «Mi sono informato sulla salute di Prodi in questi ultimi giorni. Deve essere molto stanco», dice il capogruppo di An alla Camera. «Una battuta di pessimo gusto ma la sicurezza del Santo padre non può essere relegata a una semplice battuta» afferma il portavoce di An, Andrea Ronchi, mentre il presidente dei senatori di Fi, Renato Schifani, si dice «preoccupato per lo stato di salute mentale di Prodi».
Per il vicecoordinatore azzurro, Fabrizio Cicchitto «Prodi ha problemi sia di comportamento, sia di linguaggio, sia di lucidità mentale». Infine per il coordinatore Sandro Bondi «Prodi farebbe meglio a pensare a quello che dirà in Parlamento».
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