MadridIl viaggio della «ministra» spagnola della Difesa Carme Chacón in Kosovo era stato accuratamente calcolato per evitare una gaffe diplomatica. La diplomazia aveva fatto in modo che non atterrasse a Pristina - sede di un governo che non riconosce - e che arrivasse giovedì, usando la base italiana di Dacovika, tra le proprie truppe a Istok senza colpo ferire. Lì però tutto è scappato di mano. In pochi minuti il ministro più in auge dell'esecutivo Zapatero ha infatti annunciato il ritiro del proprio contingente «entro l'estate», dando la missione della Kfor per «completata» e scatenando le ire, non già del neonato Kosovo, ma degli alleati della Nato, della Ue, di Washington e Parigi.
Le cancellerie si sono adirate per lo sgarbo subito dal governo spagnolo, che non ha comunicato preventivamente la decisione agli alleati. L'amministrazione Obama ha usato parole insolitamente dure, facendo ripetere ben quattro volte al portavoce del Dipartimento di Stato Robert Wood che il gesto di ritirarsi senza quasi avvertire aveva «profondamente deluso» gli Stati Uniti. E al coro si sono aggiunti subito la Nato e i soci della Unione Europea, in particolare la Grecia, la Romania e la Slovacchia, che non riconoscono il Kosovo ma non se ne vanno dalla missione Nato.
A irritare i soci sono stati più i gesti che la sostanza. Tutti erano al corrente della volontà della Spagna di uscire da una missione divenuta scomoda dall'autodichiarazione di indipendenza della regione. Un appoggio anche indiretto della Spagna al Kosovo avrebbe infatti provocato problemi interni in regioni «indipendentiste» come la Catalogna o i Paesi Baschi. Ma nessuno è stato avvisato della decisione dell'uscita entro l'estate, presa dalla «ministra» e dallo stesso presidente Zapatero lo scorso mercoledì, con il parere contrario espresso in precedenza dal ministro degli Esteri Miguel Ángel Moratinos, secondo quanto afferma El País, quotidiano vicino ai socialisti. Solo il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Sheffer era stato avvisato mercoledì.
Giovedì, subito dopo l'annuncio, Chacón ha chiamato il Segretario della Difesa statunitense Robert Gates, ma non lo ha trovato. Poco dopo Washington ha tentato di avere spiegazioni dall'ambasciata spagnola negli Usa, scoprendo che neanche loro erano stati avvisati. Un vero disastro. Tutti hanno iniziato quindi a puntare il dito contro la fiammante «ministra», che sembra aver agito quasi da sola. Secondo El País neanche il ministro degli Esteri Moratinos era al corrente della decisione.
Una volta fatta la frittata, il tentativo di rimediare, arrivato venerdì, è stato anche peggiore. La Spagna ha infatti offerto all'amministrazione Obama di rimanere più tempo in Kosovo e di aumentare le truppe in Afghanistan. Una scelta che, secondo gli analisti spagnoli, ha messo ancora più in evidenza l'incompetenza della diplomazia spagnola e che è stata presa come un altro sgarbo dagli altri Paesi membri della Nato.
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