Gallanti, nominato alla Corte dei Conti, si dimette dai Ds. Polemica su Gambolato

Gallanti, nominato alla Corte dei Conti, si dimette dai Ds. Polemica su Gambolato

Due nomine, due polemiche. Problemi di incompatibilità, tuona Forza Italia, appena scopre che Giuliano Gallanti è stato nominato membro della Corte dei Conti da parte del Consiglio delle autonomie locali. Una nomina che, secondo Luigi Morgillo, capogruppo azzurro in Regione, fa il paio con quella di Pietro Gambolato, scelto prima del recente voto amministrativo dalla Provincia come difensore civico. Il problema è che «Gambolato, come riportato ampiamente dalla stampa, riveste un ruolo attivo nelle vicende interne dei partiti della sinistra ed ha partecipato all'ultimo congresso Ds come delegato», dice Morgillo che esprime le sue preoccupazioni al presidente del consiglio regionale, Giacomo Ronzitti, con una missiva inviata lo scorso 3 luglio.
Ma il caso Gambolato è diventato ancor più scottante alla luce della scelta di Gallanti alla Corte dei Conti. «In più articoli di giornale emergeva la partecipazione attiva di Gallanti alla vita del Ds», precisa Morgillo. Che però sottolinea come, almeno in questo caso la forma è stata salvata. Quella lettera del 3 luglio ha ricevuto una risposta scritta da parte di Ronzitti, fatto questo che Morgillo ha apprezzato. «Il presidente mi ha fatto contestualmente pervenire una lettera dell'avvocato Gallanti nella quale quest'ultimo dichiara di non aver rinnovato l'iscrizione ai Ds dal primo gennaio 2007 - spiega il capogruppo azzurro - sciogliendo così l' eventuale incompatibilità e assicurando quella serenità di giudizio che viene richiesta ad un organismo di garanzia dei cittadini, qual'è la Corte dei Conti». Non altrettanto, insiste Morgillo, è avvenuto circa l’incompatibile e delicata posizione di Gambolato.

«A tal proposito la risposta di Ronzitti non lascia dubbi e la dice chiara sulla sua pozione in merito alla vicenda», ribadisce l'esponente forzista, evidenziando il passo della missiva di Ronzitti, il quale scrive che «sulla indelicata posizione del difensore civico della Provincia di Genova, nulla mi è possibile operare od esternare, se non a rischio di invadere arbitrariamente le attribuzioni di altri organi a ciò deputati in via istituzionale».

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