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Il Gallo sveglia un’Italia che conta troppo sugli «americani»

L'arca della fratellanza azzurra lascia la nobile contea di Bormio portandosi dietro il trofeo Gianatti, vinto battendo la Macedonia (89-70) e una Bulgaria che ci ha obbligato a riflettere perché il finale (80-74) non dice abbastanza e perché anche ieri Pianigiani ha dovuto lasciare a sedere Bargnani che ora ha l'assicurazione, ma non ancora la condizione giusta per andare in campo senza rischiare.
Passi di bimbo per la Nazionale di basket che si ritroverà martedì a Roma puntando poi verso Nicosia aggiungendo al gruppo Niccolo Melli finalmente ritrovato dopo una «caccia» avvilente al talento che era troppo stanco dopo un argento europeo juniores, una cosa davvero strana per chi, convocato nella prima squadra, non ha capito che si progredisce nella sofferenza non sdraiati al sole.
Il caso Melli è abbastanza emblematico per capire anche come la pensano certe società, perché non soltanto Milano ha fatto obiezioni e creato problemi, ma anche altre hanno imposto a certi giocatori con contratto in divenire di restare seduti a guardare se volevano trovare un posto.
Questo è il mondo Italia in un basket mai propositivo e sempre speculativo, ma proprio per questo dobbiamo guardare con simpatia ad una Nazionale che non deve fare miracoli, che potrebbe anche fermarsi al primo turno, perché lo spirito del gruppo è giusto e fino a quando riusciremo a mascherare le debolezze evidenti vicino al canestro, oltre l'ottavo uomo, forse riusciremo ad essere davvero i guastatori del prossimo Europeo.
Raccontare bugie, parlare di medaglie come fanno in troppi persino al Coni, può essere pericoloso perché chi straparla, accecato dalla presenza dei tre ragazzi NBA sa di mentire. Gallinari, ieri 20 punti, è una certezza, Bargnani vedremo, Belinelli, per ora è da 8 su 22(!) al tiro. Saranno delizia, ma potrebbero anche essere soltanto una croce se si accetterà di vederli andare contro i mulini della difesa esagerando sempre un po' per dimostrare che loro vivono in un altro mondo. Accontentiamoci di avere un gruppo mentalmente preparato ad un basket anomalo, fatto di agguati, di energia difensiva per calare una tela davanti agli occhi di chi cercherà sistematicamente il buco sotto canestro: ieri ha funzionato per due tempi su quattro. Poco anche se siamo in preparazione da 10 giorni.
Siamo alla coperta corta e ce lo ha fatto capire Filip Videnov un bel tiratore che gioca al Prokom, in Polina e che dopo 20' aveva 15 punti come il Gallinari da 10 su 10 nei tiri liberi.


La base di partenza di Azzurra, adesso che mancano ancora Maestranzi, Cinciarini, Mordente e il Cavaliero che ha subìto una lussazione della spalla sinistra alla vigilia del torneo messo in piedi con amore e competenza dal solito Pini dalle mille invenzioni anche in giorni d'invasione di 3000 biker, convince per l'energia di Hackett, per la creatività e dedizione di Mancinelli, piace quando Gallinari pensa per tutti e non soltanto per se stesso, quando Belinelli rinuncia alla parte del mattatore non richiesta, quando Cusin riesce a fare almeno pari nella battaglia sotto canestro. Per ci si accontenta, ma l'Europa non regala polenta taragna come questa valle.

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