Economia

Garrone: «Il greggio arriverà a 70 dollari»

Le raffinerie non tengono il passo con la domanda mondiale

da Milano

Il petrolio a 70 dollari al barile non è un’ipotesi remota ma un evento che «potrebbe verificarsi invece in tempi brevi» sotto l’effetto della speculazione e di un insieme di elementi che stanno mettendo sotto pressione i mercati. Con il rischio di una caduta verticale dei consumi come quella che si sta già verificando in Italia. A lanciare l’allarme è Alessandro Garrone, amministratore delegato della Erg, secondo il quale «la situazione potrebbe diventare preoccupante se i consumi dovessero continuare a diminuire». Nel lungo termine, però, l’orizzonte petrolifero dovrebbe rischiararsi grazie a una discesa dei prezzi a «35-40 dollari al barile nell'arco di due-cinque anni» sostiene l’imprenditore genovese in un’intervista con l’agenzia Adnkronos.
In Italia, invece, la situazione è più complessa. E lo scenario riserva preoccupazioni per la diminuzione dei consumi «in tutti i settori» che pesa anche sul mercato dei carburanti. Non c’è solo il balzo in avanti del greggio a far stringere la cinghia agli automobilisti italiani perché sul pieno pesano in misura molto rilevante le componenti fiscali. «Fra accise e Iva - ricorda Garrone - si arriva al 75% del totale».
Il nodo che caratterizza gli attuali scenari di prezzi record dell’oro nero è la difficoltà del sistema di raffinazione mondiale a tenere il passo con una domanda che continua a correre. In questo settore strategico il gruppo Erg non ha però in programma investimenti perché, spiega Garrone, «costruire nuovi impianti in Italia e in Europa purtroppo è impossibile. Abbiamo investito molto nel miglioramento degli impianti, aumentando la capacità di lavorazione. Di più non si riesce a fare».
Per costruire nuove raffinerie è necessario andare fuori dai confini europei, in aree dove esistono meno vincoli rispetto a questo tipo di impianti. Per questo Erg non esclude «opportunità di investimento» per esempio nell'area dell'ex Unione Sovietica e in altri Paesi. Quanto ai rischi del caro-petrolio per gli operatori del settore «il barile a 60 dollari non spaventa se il prezzo dei prodotti internazionali resta elevato. Per un raffinatore - conclude Garrone - l'importante è che il greggio aumenti in parallelo con i prodotti raffinati».
Due giorni fa si era appreso dalle comunicazioni alla Consob che la partecipazione di maggioranza in Erg della famiglia Garrone-Mondini, attraverso la società San Quirico era aumentata al 62,538% per effetto dell'annullamento delle azioni proprie in portafoglio. La quota è detenuta direttamente per il 55,628%, e indirettamente, con il 6,9% tramite la Polcevera. Le azioni proprie, senza diritto di voto, sono pari allo 0,005% del capitale dal precedente 7% circa.

L'operazione è datata 4 agosto.

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