Franco Ordine
Questa volta ha fissato la data e stabilito le modalità della protesta. Riccardo Garrone, lultimo no-global del calcio italiano, petroliere e presidente dassalto della Sampdoria, è passato allannuncio dopo un drammatico confronto con i suoi collaboratori, contrari alla piega «rivoluzionaria» data alla questione dei diritti tv. «Se non ci sarà una soluzione al problema durante lassemblea del 3 marzo, il giorno dopo, a Marassi, non scenderemo in campo nemmeno con gli allievi nazionali. Lho già anticipato a Giraudo, la Juventus con la sua bella squadra e la sua bella tifoseria, si ritroverà in uno stadio vuoto» le parole scandite da Garrone, ieri sera a Genova. Le motivazioni sono quelle di sempre. «Solo loro, Juventus e Milan, vogliono andare in Champions league che è il torneo che porta flussi importanti di ricchezza» è il suo affondo. Ecco il nervo scoperto: reclamano più soldi, per fare concorrenza alle grandi, Inter compresa, e conquistare un posto in Champions league, proprio ai danni di Juve, Milan e Inter che dovrebbero sovvenzionare il loro ridimensionamento. Stupendo.
Dietro lultimatum di Garrone, ecco spuntare alcuni retroscena interessanti. Il gruppo dei dissidenti, dopo labbandono di Spinelli, sta evaporando. Anche Zamparini si prepara allo stesso percorso: via dalle barricate, sotto lascella, il nuovo contratto tv. Sono infatti pronte le offerte di La7 agli esponenti del gruppo Della Valle: 17 i milioni di euro disponibili per la Samp, una cifra mica male secondo gli esperti. «Voglio vedere nero su bianco, altrimenti è inutile discutere» è il commento di Garrone in versione san Tommaso. Ma neppure quella cifra sembra in grado di fargli cambiare strategia. «Garrone è pronto a una battaglia di principio» spiega uno dei suoi. Sabotando la regolarità del campionato italiano. Complimenti allo stile. Nel frattempo, dentro lalleanza «dellavalliana», ognuno va per la sua strada, in ordine sparso secondo le migliori tradizioni.
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