da Milano
Si è inceppato il riassetto del mercato del gas: dopo alcuni anni in cui la concentrazione della miriade di piccole aziende locali procedeva spedita, ora è arrivata una battuta darresto. Dodici anni fa, nel 1995, in Italia cerano 814 aziende che distribuivano metano, in gran parte per uso domestico. Da allora la «scrematura» è stata poderosa. Nel 2007 sono rimaste sul mercato 360 imprese: 450 in meno. Ma 360 sono sempre troppe, soprattutto perché ce ne sono ancora moltissime di dimensioni minime. Oggi lEni copre il 21% del mercato, lEnel il 10%, Hera il 75, Aem Milano il 4%. Poi ci sono alcuni gruppi che si stanno rafforzando, come nel Nord Est, dove Ascopiave sta diventando un polo di attrazione.
Ma dopo una decina, o poco più, di società che dispongono non solo di una presenza, ma anche di capitali, cè la galassia dei piccoli. Che non hanno nessuna intenzione di cedere le armi. E il motivo è semplice: buona parte sono piccole municipalizzate che le amministrazioni locali non sono disposte a cedere. E che hanno unarma risolutiva per difendersi: le concessioni, che in Italia hanno una durata di 12 anni. Nel nostro Paese ci sono seimila concessioni comunali per la distribuzione del gas. Di queste, 5mila sono in scadenza nel 2009, grazie al decreto «mille proroghe» che le ha «allungate» di due anni dopo il 2007.
Rischia di essere un ingorgo colossale, con 5mila gare in un anno: favorirebbe soprattutto le impresine comunali locali che potrebbero offrire condizioni doro in quanto si tratterebbe essenzialmente di una partita di giro tra Comune e controllata comunale. Con due problemi: che limprenditoria privata di piccola e media dimensione potrebbe trovarsi spiazzata dallaumento di costo delle concessioni e che quella più grande avrebbe sempre più difficoltà ad andare verso una concentrazione che, almeno sulla carta, favorisce investimenti e contenimento dei prezzi.
Ora la battaglia si sposta a livello politico: le grandi imprese hanno chiesto che le concessioni non siano oggetto di gara e che la durata venga portata a 20 anni, per ammortizzare meglio gli investimenti. Una partita che si giocherà nel 2008.
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