Venezia - "Abbiamo il dovere di garantire ai cittadini la massima sicurezza degli impianti estrattivi di gas e petrolio, che pure sono necessari e che impegnano tanti lavoratori, e il dovere di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico perché non si sia mai schiavi di nulla se non di quello sviluppo necessario, culturale ed economico, che noi veneti siamo capaci di creare. Ho dato quindi mandato agli assessori Maurizio Conte e Daniele Stival di verificare prontezza ed efficacia della nostra rete di intervento in caso di emergenza ambientale". Con queste parole il presidente della Regione veneto Luca Zaia interviene a proposito dell’emergenza Louisiana, aprendo il dibattito sulla necessità di non trovarsi impreparati davanti ad una eventuale, e mai auspicabile, catastrofe ambientale nell’Adriatico.
"Non voglio creare allarmismo, ma guardando a quanto sta accadendo in Lousiana, non possiamo dimenticare – continua Zaia - che le piattaforme di estrazione gasiera e petrolifera insistono anche al largo delle nostre coste, adriatiche e tirreniche. E dobbiamo dimostrare di aver imparato la lezione di Seveso o del Prince William Sound’s Bligh Reef, dove nell’89 si arenò la petroliera Exxon Valdez riversando in mare 40 milioni di litri di greggio. Se accadesse qualcosa di simile nel Mediterraneo sarebbe il disastro. Per tutti e per il Veneto in particolare, prima regione italiana per turismo. Ho chiesto quindi che si verifichi quanto prima di quali risorse, umane e tecniche, disponiamo per far fronte ad un eventuale incidente nell’Adriatico, ottimizzando poi la piattaforma tecnologica a nostra disposizione e la collaborazione fra le diverse forze di controllo, polizia e pronto intervento".
"Già vantiamo – prosegue il presidente - un sistema di Protezione civile fra i migliori d’Italia che conta 16 mila volontari, riuniti in oltre 300 organizzazioni, anche formate e dotate di mezzi e professionalità speciali, come i sommozzatori per le verifiche in ambiente marino e i reparti volo per le ricognizioni aeree. Risorse, queste, che sarebbero certamente un adeguato supporto a quelle forze chiamate istituzionalmente a intervenire, come Capitaneria di Porto, Guardia costiera, Vigili del Fuoco e il Dipartimento nazionale protezione civile che, in una situazione di particolare emergenza, assumerebbe la direzione delle operazioni. Sappiamo di poter contare anche su mezzi per l’assorbimento e lo smaltimento del materiale oleoso inquinante, in dotazione presso il porto di Venezia. L’ambiente non è tema sul quale levare scudi ideologici: è un patrimonio comune e una risorsa che dobbiamo saper sfruttare e difendere.
Ecco perché, quando con il versamento di gasolio nel Lambro si è temuto per una pericolosa contaminazione del fiume Po, il Veneto è intervenuto investendo due milioni di euro. Non possiamo più accettare – conclude Zaia - chi attenta alla salute dell’ambiente e quindi alla nostra salute".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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