Il Gaslini «passa» i pazienti al Galliera

Il modello è nuovo e promette di seguire le famiglie e il bambino in un percorso di assistenza senza interruzioni nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza. La piccola rivoluzione della sanità arriva con un accordo siglato dall’istituto pediatrico Gaslini e dall’ospedale Galliera che hanno stretto un’alleanza triennale per ottimizzare l’assistenza al paziente su specifiche patologie. In buona sostanza: i bambini in cura al Gaslini potranno continuare il loro percorso sanitario dopo i 14 anni al Galliera. «L’obiettivo - spiega il direttore generale del Galliera, Adriano Lagostena - è offrire al paziente in crescita e alla famiglia la possibilità di scegliere un progetto di assistenza globale, personalizzato quando sia richiesto un costante monitoraggio della patologia». L’intesa comprende ambiti specifici: neurochirurgia, infettivologia, odontoiatria, donna-bambino, genetica, maxillo facciale, endoscopia digestiva, chirurgia pediatrica, cardiologia. «L’accordo fra Gaslini e Galliera è di grande valore nel metodo e nel merito - dichiara l’assessore Montaldo -. È un esempio di collaborazione tra aziende del nostro sistema sanitario che, in particolare, propone di affrontare il tema della continuità assistenziale nel passaggio all’età adulta. Un modello che può essere adottato anche da altri soggetti».
La continuità è sempre stato un problema per gli ospedali, precisa il presidente dell’istituto Gaslini, Vincenzo Lorenzelli. «Le patologie non cessano a 14 anni e bisogna organizzare un percorso. La scelta del Galliera come partner privilegiato deriva da una comunanza di ideali e di valori da sempre».
Oltre ad un’ottimizzazione assistenziale, l’alleanza permetterà anche una riduzione dei costi. «Questa collaborazione a costo zero consentirà probabilmente di ottenere economie gestionali a favore del sistema sanitario regionale», ha aggiunto il vicepresidente del Galliera, Giuseppe Romano.


Esempio della collaborazione è la convenzione tra le unità di neurochirurgia dei due ospedali. «L’obiettivo è lavorare insieme - dicono i responsabili delle due unità - Ci saranno scambi di medici anche in sala operatoria».

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