Gaucci: "Basta bugie, ora querelo Elisabetta"

L’ex patron del Perugia denuncia la Tulliani: "I documenti la smentiscono". In ballo la proprietà delle case e la vincita da due miliardi al Superenalotto. Marco Tarchi, politologo e ideologo della Nuova Destra: "Il premier deve liberarsi di Fini"

Gaucci: "Basta bugie, ora querelo Elisabetta"

Dalla casa di Montecarlo alle case Gaucci-Tulliani, tutti querelano tutti. Querelano i fan della vedova Colleoni che donò l’appartamento nel Principato ad An. Querela Gianfranco Fini. Querelano i finiani. Querela ovviamente Elisabetta Tulliani, la compagna del presidente della Camera che se l’è presa con l’ex compagno Luciano Gaucci intenzionato a riprendersi la casa dove abita Fini e tutto il parentame. Avrebbe querelato, pare, anche la primula rossa dei Tulliani, Giancarlo, scomparso, irrintracciabile, latitante per i giornalisti. A far querele, o quantomeno a preannunciarle, mancava soltanto lui: Lucianone. L’attesa non è stata vana. Puntuale, ieri, anche l’ex presidente del Perugia calcio ha dato mandato al suo avvocato Alessandro Sammarco di predisporne una nei confronti della bionda fidanzata di un tempo, che all’ennesima intervista di Big Luciano, ha reagito così: «È intollerabile che Gaucci finga di ignorare la realtà, così come che certa stampa amplifichi le sue mendaci dichiarazioni. Ho dato mandato ai miei legali di assumere ogni iniziativa giudiziaria in sede civile e penale nei confronti di Luciano Gaucci nonché del settimanale Panorama e dei quotidiani Libero e Il Giornale».

La risposta di Ely prendeva spunto dalla durissima presa di posizione di Gaucci sulla vincita della schedina del Superenalotto («sono stato io a vincere i due miliardi mica lei») ma anche sulla proprietà effettiva di numerosi immobili che la Tulliani, al contrario di quel che sostiene Gaucci, rivendica come suoi. Dalla casa di Santo Domingo, dove sta passando gli ultimi giorni di vacanza, l’imprenditore romano ha iniziato a pianificare la sua controffensiva. Per prima cosa, appunto, la querela a Elisabetta per certe «improvvide» dichiarazioni «facilmente smentibili dai fatti e dai documenti in nostro possesso». In seconda battuta l’avvio di serrate indagini difensive finalizzate a verbalizzare i primi quindici testimoni che nelle ultime ore hanno contattato lo studio Sammarco offrendosi di raccontare come, dal loro punto di vista, andarono effettivamente le cose riguardo alla giocata e alla vincita da due miliardi di lire al Superenalotto nonché alle modalità di acquisto e di cessione degli immobili oggetto del contendere fra i due ex innamorati.
«Vi confermo l’intenzione del mio assistito di avviare un’iniziativa civile e penale nei confronti della signora Elisabetta Tulliani - spiega l’avvocato Sammarco -. Il signor Gaucci non accetta di passare per bugiardo e vuole sfidare sulla verità dei fatti la signora Tulliani. Mi ha detto di essere in grado di dimostrare tutto quel che ha riferito in interviste a giornali e tv. È sicurissimo che alla fine la verità verrà a galla, una verità che ovviamente è lontanissima dalla “verità” di cui Elisabetta Tulliani si dichiara custode».

a querela di Gaucci a Elisabetta Tulliani si rifà per certi versi a quanto contenuto nell’atto di citazione che è alla base del procedimento civile pendente a Roma dove Gaucci ha convenuto in giudizio la sua vecchia stella, il fratello Giancarlo, la suocera Francesca Frau e la società di «famiglia» Wind Rose Srl. E questo anche perché, scriveva Gaucci, «in totale malafede i Tulliani, consapevolmente e scientemente» lo avevano ingannato «sulla bonarietà delle loro intenzioni e dei loro consigli.

Hanno tirato, come suol dirsi, l’acqua al proprio mulino, profittando del fatto che all’epoca il Gaucci era sentimentalmente e stabilmente coinvolto con la signora Tulliani fin quando non hanno ottenuto quello che volevano per poi voltargli brutalmente le spalle; hanno spinto e consigliato “amichevolmente” il Gaucci affinché egli intestasse loro gli immobili fingendo di fare il suo bene, con l’unico scopo di ottenere un proprio tornaconto: hanno offerto il loro aiuto al Gaucci - si legge sempre nell’atto depositato in tribunale - in quel momento particolare in cui gli affari dello stesso cominciavano a fare acqua, ma con l’unica riserva mentale di incastrarlo e peggiorare ancora di più la sua posizione. Tutto a loro vantaggio e a danno dell’ingenuo Gaucci che soltanto recentemente si è accorto della trappola in cui era caduto e del danno subìto».
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

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