Gaultier e Westwood: sfida a colpi di estro

Quando i vecchi leoni della moda si mettono a ruggire, le nuove leve dello stilismo dovrebbero limitarsi a belare. Ieri Jean Paul Gaultier e Vivienne Westwood hanno incantato Parigi con le loro collezioni rispettivamente dedicate all’arte urbana dei graffiti e all’orgoglio britannico destinato ben presto a salire alle stelle per il giubileo di Elisabetta II e per le Olimpiadi di Londra. Gaultier è riuscito a trasferire la violenta poesia dei muri di Berlino sui suoi classici tailleur con la gonna dritta in tessuto jacquard graffittato in oro, rame, celeste e arancione. Bellissimo l’anorak in nylon nero con pezzi di diverse pellicce assemblati nel più divertente disordine cromatico che ci sia. Difficilissimi da portare ma divini da vedere i tacchi alti 20 centimetri che si ritrovano anche sotto agli stivali ricamati a piccolo punto dalla Westwood. Queen Viv propone accanto ai suoi fenomenali bustier settecenteschi una curiosa tuta-cardigan con le maniche che diventano gambe grazie all’inesauribile talento sartoriale della Lady di Ferro del punk.

Anche Cesare Paciotti guarda all’Inghilterra o meglio all’Irlanda di Albert Nobbs, magnifico film in cui Glenn Close interpreta la parte di una donna che si veste da uomo per lavorare. Da qui l’idea di una scarpa sexy ma con pudore.

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