Gaza - Un milione di persone senza luce, 750mila senza acqua. I generatori degli ospedali che possono smettere di funzionare da un momento all'altro. La crisi umanitaria nella
Striscia di Gaza si aggrava "di ora in ora" malgrado l’interruzione
quotidiana dei bombardamenti
dell’esercito israeliano, ha detto oggi il portavoce dell’agenzia per i
rifugiati palestinesi delle Nazioni Unite (Unrwa) Christopher Gunnes. Per questo il dipartimento di Stato americano, denunciando una situazione
umanitaria "terribile" ha fatto appello perché Israele prolunghi gli orari in cui gli aiuti umanitari di
emergenza possono essere portati all’interno della striscia di Gaza. La
pausa quotidiana di tre ore "osservata dall’esercito israeliano è
insufficiente" ha spiegato ancora Gunnes durante una conferenza
stampa telefonica in cui il funzionario ha rilanciato un appello per un
cessate il fuoco per permettere le operazioni di assistenza alle
vittime. I corridoi umanitari proposti dalle forze armate israeliane
devono ancora essere messe in pratica "correttamente. "Disponiamo di riserve alimentari per qualche giorno non per settimane"
ha insistito il portavoce Unrwa aggiungendo che il valico di Karni
con Israele non è stata riaperto.
Mezzo dell'Onu colpito da Israele Un mezzo dell'Onu, impegnato nella distribuzione di aiuti umanitari, è stato colpito dall’aviazione israeliana. Secondo quanto confermato da fonti Onu, l’autista del mezzo è rimasto ucciso. Il portavoce dell’organizzazione internazionale, Adnan Abu Hasna
ha detto che l’incidente ha avuto luogo durante la pausa di tre ore
dei bombardamenti, dichiarata da Israele per consentire la
consegna degli aiuti.
Abu Hasna ha spiegato che il mezzo colpito portava le insegne e
la bandiera dell’Onu quando è stato colpito nel nord di Gaza. E l’Unrwa, l’organismo dell’Onu che si occupa dei rifugiati palestinesi, ha deciso di sospendere
tutte le operazioni di soccorso umanitario nella Striscia di Gaza.
Continua l'operazione "Piombo Fuso" Il tredicesimo giorno dell’operazione militare israeliana Piombo Fuso e il sesto dell’offensiva di terra contro la Striscia si è aperto con uno scambio di fuoco alla frontiera libano-israeliana, ma le autorità dello Stato ebraico non sembrano preoccupate più di tanto. In Israele, infatti, si ritiene che a sparare i razzi sia stato un gruppo palestinese con il consenso, però, degli Hezbollah. Questa mattina, sia Hezbollah sia Hamas in Libano hanno negato ogni coinvolgimento con il lancio di razzi mentre Anwar Raja, portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale, ha detto alla tv araba al Jazeera che il suo gruppo, che ha il quartier generale in Siria, "non conferma né smentisce" un suo eventuale ruolo. Da parte sua, l’Unifil (la forza dell’Onu dispiegata nel Sud del Libano) - come ha riferito il portavoce Andrea Tenenti - ha intensificato i pattugliamenti nella sua area di operazioni in cooperazione con l’esercito libanese per prevenire ulteriori incidenti. In mattinata si sono udite altre esplosioni in Alta Galilea, suscitando il timore di un nuovo lancio di razzi dal Sud Libano, ma erano state causate da caccia israeliani che avevano superato il muro del suono.
Il bilancio È salito a 763 il numero dei palestinesi che sono stati uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana nella striscia di Gaza (3.121 i feriti), secondo il responsabile dei servizi di pronto soccorso palestinesi nell’area, Muawiya Hassanein. Negli odierni combattimenti, secondo fonti ospedaliere, più di una ventina di palestinesi, tra i quali anche donne e bambini, sono stati uccisi: 50 cadaveri sono stati ritrovati durante l'interruzione delle ostitlità per il corridoio umanitario. Mentre quattro soldati israeliani sono stati feriti, due dei quali gravemente, da un razzo palestinese nel sud di Israele. Lo hanno riferito fonti militari precisando che il razzo è caduto nel settore del kibbutz di Ein ha-Shlosha, nel deserto del Negev. Secondo la polizia israeliana, 16 razzi sono stati lanciati oggi contro Israele, di cui almeno uno durante la pausa dei bombardamenti israeliani decisa per tre ore al giorno da ieri per ragioni umanitarie. Almeno 600 razzi e proiettili di mortaio palestinesi sono stati lanciati dall’inizio dell’offensiva israeliana contro Gaza, il 27 dicembre. Otto soldati israeliani sono stati uccisi e 80 feriti da questa data.
Razzi dal Libano Dal Libano in soccorso di Hamas. Si allarga lo scenario del conflitto israelo-palestinese nella Striscia di Gaza. Almeno tre razzi sono stati esplosi stamani verso le 7 locali (le 6 in Italia) dal Libano meridionale verso Israele e sono caduti sulla località di Nahariyha ferendo leggermente due israeliani. L’artiglieria israeliana ha prontamente risposto al fuoco sparando - "con precisione", come ha riferito un portavoce militare - verso il punto di origine dei razzi Katiuscia (identificato presso Tayr Harfa, a circa sette chilometri da Naqura) mentre le autorità dello Stato ebraico hanno ordinato l’apertura dei rifugi e la chiusura delle scuole nei centri della Galilea occidentale in prossimità del confine con il Libano.
Israele intensifica l'offensiva La scorsa notte, intanto, l’esercito israeliano (Tsahal) ha intensificato l’offensiva contro la Striscia di Gaza inviando decine di carri armati nel Sud del territorio palestinese e l’aviazione ha compiuto raid contro la città di Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Decine di carri armati, appoggiati da elicotteri, sono entrati verso l’una di notte nel Sud della Striscia dal transito di Kisufim e si sono diretti verso Khan Yunes, principale città del Sud della Striscia e una delle roccaforti di Hamas. Qui un bombardamento aereo ha distrutto l’abitazione di Mohammed al Senwar, un leader di Hamas ritenuto coinvolto del rapimento del soldato israeliano Gilat Shalit nel 2006, ma non ha fatto vittime. Allo stesso tempo caccia israeliani hanno bombardato in due riprese Rafah, colpendo una casa e un presunto tunnel per il contrabbando di armi. I miliziani di Hamas, da parte loro, hanno risposto all’intensificazione dell’offensiva di terra lanciando in mattinata una dozzina di razzi verso le città di Ashqelon e Ashdod e nelle aree limitrofe, ma non ci sono state vittime.La sospensione delle ostilità Anche oggi, come annunciato a Gerusalemme, le forze armate israeliane sospenderanno le ostilità nella striscia di Gaza, dalle 13 alle 16 locali per consentire l’afflusso di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. In Cisgiordania, invece, sempre stamani un palestinese che aveva cercato di appiccare il fuoco a una stazione di benzina nell’insediamento urbano di Maalè Adumim, a Est di Gerusalemme, è stato ucciso da militari. Il principio di incendio è stato domato e un inserviente della stazione è stato ricoverato in ospedale per ustioni. Nel centro-sud della Striscia un ufficiale israeliano è stato ucciso e un soldato è stato ferito in modo lieve nello scoppio di un razzo anticarro durante scontri a fuoco con miliziani palestinesi. Prosegue intanto anche l’attività diplomatica nella regione e stamani è arrivata al Cairo la delegazione del governo israeliano invitata dal presidente egiziano, Hosni Mubarak, per negoziare con l’Egitto e con i palestinesi un eventuale cessate il fuoco.
Hamas boccia il piano franco-egiziano "Le organizzazioni palestinesi, Hamas in particolare, non vedono nell’iniziativa egiziana una base valida per una soluzione alla crisi", ha dichiarato Khaled Abdel Majid, capo del Fronte di lotta palestinese (Flp) e portavoce delle organizzazioni palestinesi che hanno la loro sede a Damasco dove vive il capo in esilio di Hamas, Khaled Meshaal. Questa posizione è stata elaborata nell’ambito di una serie di colloqui fra otto movimenti palestinesi della capitale siriana, fra cui Hamas e la Jihad islamica, sempre secondo Abdel Majid. "L’iniziativa franco-egiziana non contribuisce a trovare una soluzione poiché minaccia la resistenza e la causa palestinese permettendo al nemico di proseguire la sua aggressione", aggiunge un comunicato di questi movimenti pubblicato a Damasco. Questi movimenti "respingono la presenza di forze o di osservatori internazionali a Gaza perché puntano a difendere l’occupazione e a rafforzare il blocco sulla resistenza", recita ancora il testo. Gli otto lanciano infine nella nota un appello "alla cessazione dell’aggressione, al ritiro delle forze israeliane, alla revoca del blocco e all’apertura dei valichi con Gaza, in particolare quello di Rahah", fra Egitto e il territorio palestinese.L'appello del Papa La situazione è così grave da aver indotto papa Benedetto XVI non soltanto a sollecitare una tregua umanitaria a Gaza, ma addirittura a caldeggiare un ricambio di leadership tanto in Israele quanto tra i palestinesi affinchè i due popoli siano guidati "verso la difficile ma indispensabile riconciliazione".
Il Pontefice ha sottolineato la necessità di un "approccio globale" e di un "sostegno convinto" al dialogo tra Israele e la Siria nonché, in Libano, "al consolidamento delle istituzioni". Benedetto XVI ha quindi denunciato come in ambito mediorientale "la pace sia ancora lontana, nonostante tanti sforzi" in atto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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