La crisi gli sta togliendo il sonno. E dellincubo a occhi aperti, quellAmerica calpestata dalla recessione come uno zerbino, Barack Obama è tornato a parlare ieri. Sollecitando, ancora una volta, la rapida approvazione del piano di rilancio, gonfiatosi fino a 1.000 miliardi di dollari dagli iniziali 820 circa nel primo passaggio alla Camera e ora atteso dalle forche caudine del Senato, dove rischia di subire profonde modifiche se vorrà strappare un placet bipartisan.
Il neopresidente vuole fare in fretta per evitare «la catastrofe» provocata da una congiuntura in rapido deterioramento. «Non ci dormo la notte - ha rivelato Obama -. Abbiamo una serie di problemi e non abbiamo una soluzione magica per risolverli. Trovo allarmante la rapidità con cui l'economia sta peggiorando. Penso che anche solo un paio di mesi fa la maggior parte degli economisti non avrebbe mai previsto di giungere a una soluzione così brutta». Uno dei fronti caldi è quello occupazionale, dopo il terribile 2008 che si è portato via 2,6 milioni di posti di lavoro. Con il nuovo anno lo spartito non sembra cambiato: in gennaio - secondo il sondaggio dell'Adp - lAmerica avrebbe perso 522mila posti solo nel settore privato, una cifra inferiore alle attese degli analisti, ma certo non di buon auspicio in vista dei dati ufficiali che saranno diffusi domani.
Sembra invece migliorare lo stato di salute del settore dei servizi, il più colpito dalla crisi: lIsm non manifatturiero a gennaio ha segnato un rialzo a 42,9 da 40,1 del mese prima, pur restando sotto la soglia dei 50 punti che separa la contrazione dallespansione economica. Il recupero inatteso ha scaldato le Borse europee, dove i rialzi sono stati compresi tra l1,5% di Londra e il 2,7% di Francoforte (Milano ha sfiorato un progresso del 2%), ma non Wall Street, che a metà giornata ha tirato il freno prima di chiudere in calo (-1,53% il Dow Jones, -0,08% il Nasdaq) soprattutto a causa delle trimestrali di Kraft e Disney.
Lattenzione degli investitori è rivolta alla riunione di oggi della Bce, da cui non sono attese decisioni in materia di tassi salvo sorprese, e alla prossima settimana, quando il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, alzerà il velo sulla strategia per rilanciare il settore del credito. «Dovremo fare di più, molto di più, per risolvere questa crisi - ha dichiarato ieri il successore di Henry Paulson in una conferenza stampa -. La prossima settimana stenderemo un piano generale per la ripresa finanziaria.
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