La Gelmini evita la chiusura Lo sfratto? Colpa della Regione

Nessuno toccherà l’Ebri, la creatura di Rita Levi Montalcini, il centro di ricerche sul cervello che dal 2001 fabbrica sapere e innovazione in via del Fosso di Fiorano, vicino l’Ardeatina. È intervenuto di persona il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, dopo la tempesta scoppiata giovedì, in seguito all’annuncio che i laboratori rischiavano lo sfratto a fine mese, tagliando le gambe a qualsiasi possibilità di proseguire.
«Ritengo troppo importante - ha spiegato la Gelmini - il lavoro dell’Ebri e del premio Nobel per poter pensare che le attività possano interrompersi. È un centro di ricerca di eccellenza che va tutelato in qualsiasi modo». Al più presto sarà dunque convocato un tavolo tecnico con la proprietà per verificare se è possibile evitare il trasferimento, altrimenti esistono già delle alternative concrete, delle sedi valide per mantenere accesa la macchina. Ed è in via di erogazione un finanziamento di 485mila euro, che attende solo il «parere delle commissioni parlamentari» per il definitivo via libera.
Fatto sta che questo pasticciaccio brutto, condito dal clamore e da una brutta figura non solo nazionale, era evitabile. E una fetta di responsabilità è attribuibile all’amministrazione Marrazzo. La fondazione Santa Lucia, che ospita nei suoi immobili l’istituto con un contratto di comodato gratuito, si è vista costretta a fare marcia indietro e chiederne il rilascio perché naviga in cattive acque. La ragione? Le «inadempienze economiche della Regione Lazio», come si legge in una nota diffusa dalla fondazione stessa. Si tratta di «mancati rimborsi di circa 40 milioni di euro dal 2008» per prestazioni già eseguite. Soldi riconosciuti per legge, ma che sui conti correnti bancari non sono mai arrivati. «È chiaro che da questo problema si crea un effetto domino e noi non possiamo più sostenere attività parallele», tra cui rientra l’ospitalità gratuita dell’Ebri. Che comunque, per bocca della stessa Rita Levi Montalcini, ha fatto sapere di «non avere debiti verso terzi», notizia diffusa ieri da alcuni organi di stampa.
Piero Marrazzo è intervenuto nel tardo pomeriggio per gettare un po’ d’acqua sul fuoco: «La Fondazione Ebri ha avuto, ha e avrà anche in futuro il pieno sostegno della Regione Lazio. La Filas ha rinnovato lo scorso luglio un accordo quadro tra la fondazione diretta dalla professoressa Rita Levi Montalcini, la fondazione Santa Lucia e il Cnr per il Polo di ricerca sulle neuroscienze, con uno stanziamento complessivo di oltre 4,6 milioni di euro nel triennio 2008-2010». E ancora: «Stiamo lavorando in collaborazione con il Cnr per individuare una soluzione logistica che garantisca in prospettiva all’istituto una definitiva e sicura sistemazione».
Le vere ragioni che hanno dato origine al possibile rischio di sfratto non sono comunque passate inosservate. Donato Robilotta, consigliere regionale del Pdl, ha definito grave l’atteggiamento della Regione, «che non eroga 40 milioni dovuti alla fondazione Santa Lucia, mentre è molto prodiga verso altri centri, cosa che sta mettendo in difficoltà un istituto di eccellenza europea, se non mondiale, nel campo della riabilitazione, e che a catena si ripercuote sulla fondazione Montalcini, che ricevette notevoli risorse dalla giunta Storace». Andrea Augello, senatore del Pdl, ha sostenuto che l’idea di fondo deve essere quella «di collegare fra loro differenti centri di ricerca. Valorizzare l’attività dell’Ebri rimane attuale e deve essere preservata a prescindere dal colore della maggioranza che si trova al governo della nostra regione».

In coda, a spargere un po’ di veleno, ci pensa Francesco Storace, attuale leader della Destra ed ex titolare dello scranno più importante di via Cristoforo Colombo: «Dunque la fondazione Ebri aveva sostegno con la mia amministrazione. E Marrazzo lesina risorse alla ricerca che porta la firma della Levi Montalcini. Il tempo è galantuomo». Chapeau.

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