Gemellaggi Ma Castro applaude lo spione: «Ha messo in ginocchio gli Usa»

Il paladino della trasparenza ha trovato un altro fan: Fidel Castro che la trasparenza al suo Paese l’ha cancellata da mezzo secolo. Paradossi della globalizzazione. «Julian Assange, un uomo quasi sconosciuto nel mondo fino a pochi mesi fa, ha messo in ginocchio gli Stati Uniti dimostrando che l’impero più potente di tutta la storia può essere sconfitto» ha scritto il lider maximo in un articolo. Assange però resta in galera. L’australiano uscirà se il giudice darà ragione a lui e non alle autorità di Stoccolma ma anche se i suoi legali avranno raccolto 200 mila sterline in contanti, non una di meno. Forse sarà fuori per Natale: «Non vorrete fargli passare le feste in una cella dickensiana?», ha detto il suo avvocato Mark Stephens. Ma è corsa contro il tempo: oggi il capo di Wikileaks torna in aula presso l’Alta Corte di Giustizia per dare battaglia sul ricorso svedese contro la libertà su cauzione. «Servono tutte, siamo alla metà dell’opera», ha detto l’avvocato Mark Stephens. Ma è un’impresa difficile, a dispetto dell’ampio sostegno raccolto da Assange anche tra i vip: «La gente - ha osservato il legale - deve capire che anche i ricchi non hanno certe somme sotto il materasso».
La cauzione chiesta dalla corte include anche 40 mila sterline che i garanti dell’australiano si impegnano a pagare in caso di fuga. Per questi non c’e problema. Ma il tempo stringe.

Se Assange sarà rilasciato i suoi arresti domiciliari, e dunque il suo Natale, saranno dorati: all’australiano ha offerto ospitalità il capitano Vaighan Smith, fondatore del club per giornalisti Frontline Club, ricco ristoratore e pioniere dell’alimentazione biologica. Smith è ricchissimo e accoglierebbe Assange nella sua villa di dieci stanze immersa nelle campagne del Suffolk. Chissà cosa ne pensa Castro...

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