Genova, città bellissima e degna di stare alla pari con le numerose città d'arte italiane, recentemente sta cercando di sviluppare quella vocazione turistica che probabilmente non era nel suo Dna, ma che appare indispensabile oggi che il porto ha perso l'ottanta per cento dei suoi traffici mentre anche l'attività croceristica si è ampiamente spostata altrove, per ragioni o colpe che non è questa la sede per esaminare.
Peccato che i sempre più numerosi turisti italiani e stranieri che dalle due stazioni ferroviarie e dal Porto Antico si inoltrano nei caruggi del centro storico e nelle vie del centro debbano vagare alla cieca nella totale assenza di un Ufficio informazioni turistiche individuabile e accessibile. Vi era di fronte a Palazzo Ducale un gazebo elegante e ben rifornito di materiale, ma si è pensato bene di toglierlo e al suo posto vi è ora un cantiere di materiale edile. L'ufficio turistico era stato spostato sotto i portici del teatro Carlo Felice, in una posizione così nascosta che neppure i residenti l'individuavano agevolmente.
Adesso anche questa sede è chiusa, e sulla porta è appiccicata con nastro adesivo la fotocopia di una piantina in bianco e nero, formato A4, con due righe di pennarello che indicano vagamente via Garibaldi e Caricamento.
Trattasi di boicottaggio alla nascente vocazione turistica o di pura e semplice stupidità?
Nell'attesa che si risolva il dilemma, non sarebbe possibile ripristinare davanti a palazzo Ducale, dove passa «il mondo», un gazebo anche più piccolo del precedente che con piccola spesa risolverebbe il problema?
Dimenticavo: al tempo della chiusura del gazebo consolai, e cercai inutilmente di aiutare a far valere i loro diritti, le due ragazze che vi lavoravano e che furono dall'oggi al domani licenziate.
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