Genova, «città sicura» per Tursi ma «città aperta» per i rapinatori

Genova, «città sicura» per Tursi ma  «città aperta» per i rapinatori

Genova non è in stato di emergenza e non necessita della presenza dell’esercito. Suonava più o meno così, a metà estate, il rifiuto del sindaco Marta Vincenzi all’offerta di militari messa sul piatto dal Governo per la sicurezza dei cittadini. Eppure oggi, a quaranta giorni di distanza da quelle parole, la situazione, da ponente a levante, pare tutt’altro che tranquilla, nonostante l’ottimo lavoro dei carabinieri e della polizia guidata dal questore Salvatore Presenti.

Anzi, nella cronaca delle ultime ore ci sono crimini per tutti i gusti: dalla rapina messa a segno con l’ausilio delle forbici in mezzo alla strada quando il sole sta ancora tramontando, al solito spaccio di stupefacenti fino ad arrivare al colpo in farmacia, cutter alla mano, o ai fratellini rom che, dopo aver visitato a lungo portafogli e abitazioni liguri, decidono di (...)

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