A Genova i Luna Park del futuro: ci saranno giostre da 250mila euro

Da nord a sud 18 milioni di persone ogni anno visitano parchi divertimento

Nino Materi

nostro inviato a Genova

Il paese dei balocchi esiste. Fino a domani si troverà alla Fiera di Genova. Ma difficilmente lo spettacolo sarebbe piaciuto a Pinocchio e Lucignolo, abituati a giochi semplici e - proprio per questo - affascinanti. Qui a Genova, invece, il paese dei balocchi ha un nome strano: Technofolies. «Follie tecnologiche» assemblate in un sofisticato Luna Park per mettere in mostra le attrazioni più avveniristiche che arricchiranno di glamour i migliori parchi-divertimento. Ma l’emozione del Luna Park è un’asettica questione di software e microchip o è un mix magico di immaginazione e sorpresa? Ieri, davanti a questi giochi laccati ma freddi, di bambini con la bocca aperta e gli occhi incantati non ne abbiamo visti. Forse perché un piccolo può essere più rapito da un cavalluccio a dondolo di pochi euro, invece che dalla giostra Swingchairs: un’«astronave» luminosa piena di seggiolini dal costo mostruoso di 250mila euro.
Ma può una giostra valere più di una casa? La risposta che viene da Technofolies è: «Sì, può valere anche più di un palazzo». Del resto, basta dare un’occhiata alle cifre: in Europa i Luna Park sono trecento, fatturano 600 milioni di euro all’anno e ospitano un miliardo di visitatori. I numeri italiani sono da record: nel nostro Paese i parchi fissi, di diverse dimensioni, sono novanta, per un totale di circa 18 milioni di visitatori all’anno e un business complessivo che sfiora i 300 milioni di euro, pari al 50 per cento di quello europeo. Un’utenza trasversale che va dal «coatto» che sferra cazzotti al pugnometro elettronico, al bocconiano che «pilota» un aereo grazie al simulatore di volo. In mezzo a questi due estremi c’è ovviamente lei, la famiglia tipo: papà, mamma e figlio baby, la sacra triade attorno alla quale i parchi divertimento hanno costruito la loro fortuna, salassando i bilanci familiari. Ma visto che non c’è nulla di più noioso di un Luna Park di cui si siano già provate tutte le attrazioni, ecco la necessità di acquisire sempre nuove creature meccaniche capaci di catturare l’attenzione di bambini, giovani e adulti. Gli unici che infatti - saggiamente - si tengono fuori dalla girandola di montagne russe, autoscontro e ottovolanti sono gli anziani che, al massimo, con il nipotino vanno nella casa degli spettri: archeologia del divertimento, rispetto alle infernali macchine in mostra tra i 10mila metri quadrati della fiera genovese. Per trovarle tutte basta sborsare i 10 euro del biglietto d’ingresso e ingurgitare (raccomandazione fondamentale per i deboli di stomaco) una pastiglia di Xamamina. Dopodiché tuffatevi pure tra i brividi centrifugati del Rototechno, le cui virtù vengono decantate dalla ditta produttrice: «È la prima giostra con bracci dotati di movimento indipendente che rendono il moto dei passeggeri assolutamente casuale e sempre diverso».
Ma qui a Genova anche le cose più semplici si sono messe al passo con la moda: ricordate le corna di toro con cui si misurava la forza delle braccia? Ora si chiama «Toro Rodeo», costa 3mila euro ed è totalmente computerizzato. Ricordate il pallone che veniva calciato per vedere chi aveva il tiro più potente? Ora si chiama «Penalty Soccer» e costa 10mila euro (dopo la prova, però, si sente la voce di una ragazza che ti grida «Campione!». E sono soddisfazioni...). Perfino le macchine dell’autoscontro hanno cambiato faccia e nome: ora si chiamano «Bumper Cars» e sono più accessoriati di una Ferrari Testarossa.

Inoltre a Technofolies vi offriranno a 9mila euro anche il «Gazebo Tatoo»: un kit completo per tatuare in pochi minuti centinaia di persone. Chi è interessato all’articolo deve però affrettarsi: tra ventiquattro ore Technofolies sparirà. E a noi non rimarrà che cercare un nuovo paese dei balocchi.

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