Carige, tanta fiducia oltre le difficoltà

Carige, tanta fiducia oltre le difficoltà

Il 2011 si è caratterizzato per la progressiva trasmissione all'economia reale di una nuova fase della crisi finanziaria derivante questa volta dal sovraindebitamento di alcuni Stati europei (tra cui l'Italia). La crisi di fiducia tra i vari operatori finanziari, scatenata dalla presenza nei loro portafogli di titoli emessi dai Paesi in maggiore difficoltà, ha determinato il blocco dei mercati finanziari istituzionali e severe tensioni sulla liquidità che hanno minacciato la stabilità degli istituti di credito. La Banca Centrale Europea è intervenuta con iniezioni di liquidità straordinarie che hanno avuto l'effetto di riequilibrare, almeno temporaneamente, le tesorerie delle banche che in taluni casi sono tornate a collocare sui mercati istituzionali lasciando presagire la ripresa di un loro normale funzionamento, indispensabile al finanziamento dell'economia.
Nel complesso il quadro macroeconomico europeo è rimasto difficile, in particolare in Italia dove la combinazione di bassa crescita, elevato debito pubblico e incertezza politica si è tradotta nella caduta degli indici borsistici e nell'allargamento dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi. La perdita di valore del risparmio legata all'andamento sfavorevole dei mercati finanziari, insieme alla contrazione del reddito disponibile si è riflessa sulla riduzione dei consumi e pertanto anche sulla produzione industriale e sulla dinamica degli investimenti. L'intermediazione realizzata dal Sistema bancario ha comunque registrato una moderata crescita. Pur in tale difficile contesto il Gruppo Carige è riuscito a conseguire un utile netto significativo e in aumento, grazie alla crescita delle quantità intermediate, ad un attento monitoraggio del credito e al controllo dei costi operativi.
Le quantità hanno registrato lo sviluppo sia della raccolta complessiva (+2,6% a 52 miliardi), sia degli impieghi (+8,5% a 27,5 miliardi) a conferma della costante azione del Gruppo di sostegno alle imprese e alle famiglie operanti nel tessuto economico di riferimento; in particolare i finanziamenti alle imprese sono aumentati del 4,6% a 15,4 miliardi e quelli alle famiglie del 2,4% a 8,1 miliardi.
Il costante controllo della qualità del credito ha consentito di mantenere il rapporto netto sofferenze/impieghi al 2,8%, allineato al livello di Sistema, e di contenere l'incremento annuo delle sofferenze al 21,5%.
L'utile netto del Gruppo (186,7 milioni; +5,3%) ha beneficiato della dinamica positiva del margine d'interesse (+8,3% a 764 milioni).


L'attento monitoraggio del credito ha consentito di mantenere il costo del rischio (il rapporto tra rettifiche di valore e crediti) ad un livello dello 0,43%, allineato agli anni precedenti e inferiore al Sistema.
L'utile lordo ha registrato una crescita del 6,8%.

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