Il centrodestra parte da zero con i rottamatori genovesi

Il centrodestra parte da zero con i rottamatori genovesi

(...) il Giornale Massimiliano Lussana. «Arrabbiati contro una politica che ha perso credibilità», è l’assaggio che Matteo Rosso dà alla serata andando duro contro la classe dirigente nazionale del Popolo della Libertà, contro i parlamentari nominati che non rappresentano chi gli ha eletti, contro il governo Monti e l’Abc (Alfano, Bersani, Casini) in cui non si riconosce: «Per ripartire da zero bisogna rivedere la legge elettorale dando possibilità di preferenza alle persone, bisogna avere parlamentari con una fedina penale pulita ma anche una condotta di vita corretta», si anima Matteo Rosso strappando l’applauso e non risparmiando persino Silvio Berlusconi, «perché a me, come alla gente comune, non interessano le alchimie elettorali». Gianni Plinio commuove il popolo del Giornale quando cita i due marò ancora in arresto in India, poi affonda sul nuovo sindaco di Genova Marco Doria, attacca il senatore Enrico Musso e fa un appello: «Alle persone per bene, oneste e libere per recuperare i moderati ma anche gli arrabbiati che hanno l’obiettivo di essere alternativi alla sinistra. Vogliamo eletti nelle istituzioni votati dalla base e non persone con belle tette e belle gambe». Marco Melgrati punta sull’ingessatura di un partito che non si apre alla base e genera i mostri dell’antipolitica, «come quel comico che quando è venuto ad Alassio per una serata pretendeva di essere pagato in nero dal Comune, quello che predica sulle auto a idrogeno e poi gira con una Ferrari testarossa».
In platea c’è tanta gente comune, simpatizzanti, aderenti al Pdl ma anche no. Chi si è esposto nell’ultima campagna elettorale e chi a votare non c’è manco andato. Tutti uniti per cercare di capire se ci sono le basi di una rifondazione. Sparsi tra la folla ecco i parlamentari Roberto Cassinelli, Sandro Biasotti, Giorgio Bornacin e Michele Scandroglio; i consiglieri regionali Roberto Bagnasco, Luigi Morgillo, Alessio Saso, Lorenzo Pellerano e Aldo Siri; i comunali Lilli Lauro, Matteo Campora, Stefano Balleari, Guido Grillo, Mario Baroni; l’ex candidato sindaco Pierluigi Vinai e i dirigenti metropolitani Gianni Barci e Antonio Oppicelli. Per una volta non sono loro, però, i protagonisti ma gli uditori. Senza prime file riservate.
Prima di cedere il microfono agli interventi della base Massimiliano Lussana rivendica la bontà dell’incontro genovese per dare la sveglia al centrodestra, «perché ha un valore in più rispetto ad appuntamenti da cento o duecento persone organizzati in altre città che hanno avuto tanto spazio sui giornali solo perché vi hanno partecipato i big del partito. Il nostro convegno è un’altra cosa».
Parla Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea, l’unico primo cittadino in Italia ad essersi rifiutato di riscuotere l’Imu sulla prima casa: «Lo Stato recuperi i 96 miliardi evasi dai gestori delle slot machine prima di venire a chiedere soldi a noi - accusa -. Se non mi permettono di governare restituisco le chiavi a Monti». Alba Viani discute sul ruolo delle donne nel partito, dice che sono tutte demoralizzate ma nessuna vuole mollare: «Incontriamoci tra noi, parliamo e i dirigenti si mettano in discussione: c’è un programma per Genova da scrivere». Silvio Boccalatte attacca i programmi mai rispettati dal 1994 al 2008 e le colpe sempre scaricate su altri: «Nel ’94 fu Bossi, nel 2005 Follini, nel 2008 Casini e nel 2010 Fini. Ora sarà colpa degli dei? No, è colpa dell’incapacità dei vertici di questo partito». Claudio Eva punta sull’aspetto locale e l’incapacità del centrodestra di esprimere una vera opposizione alla sinistra e agli appuntamenti importanti, regolarmente mancati: «Prendiamo le ultime due alluvioni in città: noi non c’eravamo, loro che sono stati i responsabili hanno fatto tutte le passerelle del caso. Paghiamo la non presenza».

Patrizia Altobelli dice che «la gente è incazzata, non c’è elettore del Pdl che non si lamenti», mentre per Alberto Clavarino l’incontro dovrebbe avere un taglio diverso: «perché mi sembra di essere tornato a scuola quando si facevano le assemblee di istituto e si parlava della guerra in Vietnam». Tante voci, molte che non hanno avuto modo di esprimersi per mancanza di tempo, ma uno sfogatoio che vuol essere definito come la puntata numero zero della ricostruzione moderata a Genova.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica