Cronache

il dibattito

2 CASSAZIONE CHOC

I giudici che fanno sentenze

che non approva nessuno

Caro Massimiliano, ho letto l'articolo di Monica Bottino sull'ultima sentenza della Corte di Cassazione e sinceramente sono rimasto sorpreso e stupito per quello che quei «giudici» sono riusciti a «partorire» dalle loro menti eccelse...
In un primo momento mi è scappato da ridere perché vista la situazione italiana in fatto di giustizia ci sono altre cose più importanti di cui occuparsi, ma dopo ha prevalso un senso di rabbia pensando a quanto costa a noi contribuenti mantenere 14 tra Presidente vice presidenti, consiglieri ecc. che hanno stabilito che «sbattere la tovaglia sulla testa dell'inquilino sottostante non è reato penale».
E questa tra tutte, diciamo così, è quella più ridicola e innocua (aumenteranno comunque le liti condominiali) ma che dire delle sentenze choc (e queste si pericolose perché si rischia di creare dei precedenti) in fatto di violenza sulle donne? Due esempi: la sentenza che stabilisce che se una donna al momento della violenza subita indossava i jeans non si ravvisa il reato perché la malcapitata deve abbassarsi i pantaloni, come se fosse consenziente, l'altro esempio ancor più grave è niente carcere per gli stupratori se la violenza è di gruppo. Quello che non capisco è in primis chi da la possibilità di nuocere a queste persone ed infine vista la situazione economica del paese, non si possano mandare a casa, risparmiando un po' di soldi, queste menti sopraffine?

2 L'APPELLO

Simpatizzanti e militanti

insieme per il centrodestra

Caro Lussana, La ringrazio per avermi menzionato come partecipe dell'incontro savonese a Villa Cambiaso. Avrei voluto suggerire ai militanti e simpatizzanti del centrodestra di serrare le fila da subito per prepararsi alle politiche del prossimo anno, chiamando all'appello anche i riservisti. Non si può lasciare l'Italia ai discepoli di un signore come Stalin il quale affermava: «La morte di un uomo è una tragedia, la morte di un milione di uomini è solo una statistica!». E soprattutto rimanere uniti e compatti! Giulio Cesare affermava: «Uniti non si ha la certezza di vincere ma è molto più difficile perdere». D'Alema auspicava un paese normale. Il PdL deve puntare su un paese «finalmente serio!» che crede nella legalità e nella crescita civile e morale per battere la crisi e la sfiducia.
Gianfranco Barcella
2 IL RICORDO

Sergio Pininfarina, un signore

ammirato a Sestri Levante

La notizia della morte di Sergio Pininfarina ha colpito anche Sestri Levante. E così, nei ricordi di chi ha avuto modo di conoscerlo è ritornato alla mente a Massimo Solari e Pietro Lanzi titolari dell'Hotel ristorante «Mira», quando, nel settembre del 1988, ebbero modo di pubblicare un libro dove si descriveva la storia del locale - alla presenza di clienti tra cui Sergio Pininfarina - tra un susseguirsi di portate all'insegna di una cucina tradizionale sestrese e ligure che hanno avuto modo di gustare in passato e nel presente personaggi storici della cultura, dell'industria, della politica, dello spettacolo, della letteratura, dello sport. Ne cito solo alcuni dal senatore a vita Carlo Bo, a Rex Harrison, Michele Morgan, Marcello Mastroianni, Nicolò Carosio, Gerry Scotti, Giorgio Gaber, Paolo Conte, Onassis, accompagnato dalla sua prima moglie Cristina che proveniva da Riva Trigoso dove si stavano costruendo navi per la Grecia, ed altri ancora.
Ebbene al momento di lasciare il locale il senatore Sergio Pininfarina scrisse ed appose nel registro delle presenze del ristorante «da “Mira” si mangia sempre benissimo! Vale il viaggio». Firmato Pininfarina Sestri 9-7-88. I titolari, Massimo e Pietro, hanno voluto ricordarlo con affetto in questo modo parlandone con me che in quel periodo ero responsabile del comando stazione Carabinieri.
Maresciallo Salvatore Careddu
2 IL FUTURO CHE CI VUOLE

Servono persone valide

che lavorino per la politica

Caro Massimiliano, apprendo con piacere che nonostante l'afa, l'estate, il periodo di ferie, i dibattiti sul nostro Giornale e gli interventi accesi dei lettori, degli Amici del Giornale, dei pidiellini, dei moderati e non, sono caldi e focosi quasi per essere lì a chiedere aiuto a chicchessia che possa salvare la popolazione dall'inerzia e da mosse sbagliate a livello politico ed istituzionale che non solo con costruiscono nulla di positivo ma che rischiano di distruggere anche quel poco di buono rimasto nel nostro mondo. Non si può vivere da eterni ed inguaribili ottimisti ed idealisti, dobbiamo essere anche concreti e pratici. Penso che se i nostri politici avessero un maggior amor proprio e verso gli altri, cercherebbero quanto meno di mettersi nei loro panni. Al contrario, grazie o a causa di stipendi d'oro e di privilegi che non si toglieranno mai vivono anni luce dal mondo della gente comune che non chiede altro di vivere decentemente con valori e con un'aspettativa migliore riguardo ai loro risparmi, sempre che riescano a metterli da parte. Non chiedono molto altro. Finché non sarà ripristinata questa sorta di dialogo e di contatto, di filo comune tra chi ci governa ed amministra e noi stessi non si andrà lontano, si rimarrà sempre a discutere delle stesse cose e invano. Invano perchè concretamente non arriva nulla. Non mi vorrei addentrare in questioni di gusti e di scelte di partiti. Soprattutto a livello locale penso che ci si debba mettere nelle mani di persone di fiducia, concrete, valide, disponibili, volenterose, oneste, che abbiano voglia di rimboccarsi le maniche assieme ai propri concittadini.

Questo è quello che la gente ed anche il Popolo de «il Giornale» chiede, molto semplicemente.
Roberta Bartolini

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