Cronache

il dibattito in redazione

2LA VERA CRISI
Il Pd impari a guardare

i problemi che ha in casa
Che bello farsi i fatti degli altri...
Mi diverte e nel contempo mi irrita vedere come il Pd, invece di leccarsi le ferite e imparare dall'esperienza, si affanna a preoccuparsi del possibile scontro interno Pdl-Lega, cercando di usarlo come propria arma politica, come se non avesse un mare di problemi interni suoi e sentisse il dovere di sviscerare magnanimamente quelli degli avversari. Per dirla alla romana «che il Pd si facesse gli affari suoi che tanto bene non vanno» trovandosi nella crisi di identità più grave e penosa degli ultimi due secoli!
2IL VOTO A SINISTRA
Quanti «Tafazzi»

nelle famiglie genovesi
Caro Lussana, Genova si è confermata la città dei Tafazzi e come lei ha scritto, ormai siamo i «terroni del nord». In Tv non si è mai parlato della sconfitta in Liguria: non interessa a nessuno.
Sono perfettamente d’accordo con quanto scrive Fiorella Merello, e vorrei aggiungere un paio di cose. Per certa Genova bene «fa figo» votare contro Berlusconi, ma non è questione di snobismo: si tratta più semplicemente di gruppi di potere e di lobby di interessi.
Questi Tafazzi sono gli eredi degeneri delle grandi famiglie genovesi di un tempo (che finanziavano a loro spese banchine portuali e ospedali) con le quali non hanno nulla a che spartire. Vivono di bot e di favori, si sono venduti alla sinistra per quieto vivere, e sono peggio del Gattopardo: vogliono che tutto resti com’è senza nemmeno far finta di voler «cambiare tutto perché nulla cambi». Basta leggere il libro «L’altro fronte del porto» di Camillo Arcuri (Mursia 2009) nel quale si spiega chiaramente perché il porto di Genova, che per la sua posizione strategica dovrebbe essere il primo del Mediterraneo, sia da anni in coma profondo. Non è solo questione di camalli che impongono tariffe triple rispetto a quelle di Rotterdam, con produttività cento volte inferiore. La realtà è peggiore. Il porto di Genova ha fatto scappare le grandi navi da crociera (Costa e presto anche Msc e Spinelli) perché quelli che già lavorano nel porto, sembra incredibile, non vogliono che i traffici aumentino. Se ci fossero più traffici e più lavoro, non essendo in grado di farvi fronte da soli, dovrebbero per forza lasciar spazio ad altre ditte concorrenti. Non sia mai! Preferiscono continuare a vivere di rendita sul piccolo cabotaggio, con la classica mentalità «da scagno»: guadagnare meno ma guadagnare solo loro, in posizione di monopolio. Pochi ma buoni, sempre gli stessi, in un’enclave protetta. Burlando e la Vincenzi sono d’accordo con loro, il porto del resto è sempre stato feudo della sinistra. Qui sta la spiegazione del fatto che a Genova nulla cambia. Come si ragiona nel porto così si fa in altri ambiti, edilizia e grande distribuzione in testa, feudi esclusivi delle Coop. Che fare? Guardare avanti e fin d’ora pianificare la riscossa contro la Vincenzi. Con un candidato giovane e nuovo come Matteo Rosso, ad esempio (Musso e la sua moschea lasciatelo pure a casa). E in altro modo: a nulla è servito a Biasotti protestare perché Burlando inaugurava opere promosse e finanziate da lui: era sempre un rincorrerlo. Doveva essere più propositivo, dire «farei così e così» per realizzare le cose che Burlando non ha fatto. Ma ormai è tardi. Contro la Vincenzi certo non mancano argomenti. Smettiamola di fare i gentlemen inglesi! Bisogna metterla alle corde additando alla pubblica gogna tutti gli sprechi, i favoritismi e gli scandali, da «mensopoli» in su. E non solo: oltre a spiegare come sprecano i denari dei genovesi, dire anche con chi li sprecano: i soliti noti che fanno parte del gruppo degli amici. La campagna elettorale va cominciata oggi, senza aspettare che il voto sia alle porte per fare il solito giro delle sette chiese nelle delegazioni. Come insegna la Lega, la gente ti vota se veramente ti vede sul posto sempre. E se ti sente parlare dei problemi che la toccano da vicino: sicurezza, lavoro, sanità. Se ne frega del terzo valico e della gronda...La prima cosa da fare è eliminare l’anello debole della catena: impedire che i delinquenti arrestati tornino in libertà dopo due giorni vanificando il lavoro delle forze dell’ordine. Legalità, ma sul serio; espulsioni e mano ferma, ma sul serio. Questa è la prima riforma che la gente vuole da Berlusconi, qui e in tutta Italia: la tutela degli onesti. Se non viene fatta, noi non andremo più a votare, loro sì, e tutto resterà come prima.
Marina Mascetti
2L’ALTRO PUNTO DI VISTA
Adesso aspettiamo

che arrivi il 2015
Sono Clint, il convivente a carico di Roberta. Sono nato il 28 ottobre 2001 e, come senz’altro saprete il 28/10 è la marcia su Roma. Ah, scusate, sono un cagnolino. Roberta mi ha chiamato Clint perché il giorno esatto della mia nascita l’ha saputo dopo, altrimenti considerato il caratterino che mi ritrovo sarebbe stato più appropriato che mi avesse chiamato Benito (per gli amici Ben). Quando sono arrivato in casa ho trovato un’aria serena e mi è parso di aver capito che questa serenità derivava dal fatto che in Regione c’era Biasotti (se mi ricordo bene eletto per il periodo 2000/2005); dal 2005 sento Roberta dare di matto perché per ben due volte Biasotti non ce l’ha fatta a superare Burlando, e continua a dire che Biasotti non può assolutamente essere paragonato a Formigoni che mi sembra ad oggi eletto per la 4ª volta. Ad ogni buon conto io cerco di farle capire di portare pazienza fino all’anno 2015 perché non si sa mai potrebbe avvenire un miracolo!
Il cagnolino Clint
2VERSO IL SINDACO
Le primarie mi sembrano

un’ottima idea
Caro Massimiliano, permettimi una considerazione sulle dichiarazioni di Gadolla riportate dal tuo\nostro Giornale.
È si vero che le candidature a futuro sindaco dell'ex Superba vadano definite all'interno del Coordinamento Metropolitano, ma si persisterebbe negli errori passati, con i risultati visibili a tutti, nel trascurare, anzi ignorare l'opinione di chi poi realmente decide le sorti, andando alle urne a votare.
Capisco che le «primarie» ricordano troppo le cose sinistre, ma ogni tanto, scendere dal piedistallo e almeno sentire cosa ne pensa il «volgo» sarebbe cosa giusta e credo proprio utile. Insistere nel proporre candidati già trombati, ma graditi all'intellighenzia e lontani anni luce dal semplice cittadino, non necessariamente industriale, amico dell'amico ecc. significa mantenere un distacco incolmabile foriero di diffidenza e rifiuto, che rischia, ahimè di portare alle ennesime delusioni. Credo sia necessario proporre candidati ben noti ai più, per le loro azioni concrete, per il contatto con la «base» (termine caro ai sinistri), che sia presente sul territorio sempre e non solo nel periodo festaiolo e mondano dei salotti buoni durante la campagna elettorale. Continuare con il decidiamo noi o prendiamo ordini dai soliti potenti... senza tastare il polso dei cittadini, dimostra cecità politica ed egoismo di casta.
Antonio Meloni
2I MOTIVI DI UNA VITTORIA
Burlando ha mangiato

la focaccia con la gente
A mio avviso i motivi della sconfitta di Biasotti vanno imputati, oltre al fatto che non è un politico, anche al non avere quel carisma necessario per indurre i liguri a seguire la via nuova - lui - piuttosto che la vecchia - Burlando. Biasotti ha preparato in casa propria una bella spaghettata ai gamberi per il giornalista Sirianni; Burlando è andato a mangiare la focaccia in mezzo alla gente; Biasotti ha proposto e ripetuto fino all'insopportabilità quello che Burlando non ha fatto; Burlando inaugurava un'opera dietro l'altra, anche se forse non in maniera più concreta di tanto: ed alla gente importa quello che vede fare, non quello che le viene detto non essere stato fatto. E non ci dimentichiamo che Biasotti, dopo il fuoco di paglia del 2000, aveva già subito una batosta nel 2005, evidentemente non era riuscito gradito più di tanto ai liguri: avrebbe fatto meglio a spingere qualcun altro da dietro le quinte, ma non a riproporsi in prima persona; e speriamo non lo faccia più, per evitare un'altra sconfitta del centrodestra!
Cordialmente.
Luigi Parodi
2A BOCCE FERME
Gli errori di chi ha guidato

la campagna elettorale
Adesso che i giochi sono fatti e le bocce, dopo essercele prese duramente in testa, sono ferme, ritengo sia opportuno smetterla di piangersi addosso e cercare varie ed eventuali giustificazioni per addolcire la sconfitta. Nelle sedi dei vari partiti si esamineranno i risultati e - spero vivamente - verranno adottati i provvedimenti adeguati per evitare il ripetersi di analoghe situazioni (fra cinque anni...! Campa cavallo...! ). Molti ed evidenti errori sono stati commessi da parte di chi aveva la responsabilità della campagna elettorale, non volendo ascoltare i consigli elargiti ripetutamente anche da queste pagine. Dopo aver espresso l'amaro e sorprendente stupore mio e di altri amici per la mancata elezione del combattivo Gianni Plinio (politico di razza, esperto, capace e che spero non sia abbandonato ma in qualche modo venga «ripescato», brutto termine ma usato in politichese), auguro sinceramente al riconfermato presidente ed a tutti i componenti la nuova giunta regionale di governare «cum granu salis», possibilmente evitando di anteporre le loro ormai obsolete ideologie marxiste, orientate alle perpetue e preconcette negazioni ad ogni proposta dell'opposizione, ma realizzando responsabilmente tutte quelle opere che non escludano Genova e questa bellissima terra di Liguria dal circuito virtuoso che si è creato dalla potente coalizione economica formata da Piemonte, Lombardia e Veneto. Non bisogna assolutamente restare fuori dal cosiddetto «corridoio europeo 24» e tutte le attività portuali ad esso connesse. Tanto per dire, ricordiamoci che Rotterdam movimenta dai 9 ai 10 milioni di container contro il milione e mezzo circa di Genova! Per non parlare di tutto il resto, fra cui la sanità e l'impulso turistico che dovrà far conoscere sempre più le attrattive culturali e naturali della nostra città e della regione... Speriamo bene!
Gian Giacobbi
2IL SALTO CHE NON PAGA
Le quotazioni di Susy

son crollate in dieci mesi
Credo che le quotazioni elettorali di Isabella De Martini abbiano seguito certe quotazioni di borsa tipo Tiscali in quanto in dieci mesi sono crollate con il cambio di schieramento ed in particolare:
il risultato delle elezioni europee,pur in un contesto di anomalie della struttura PdL ma non certo della base che puntò sul candidato ligure, vide I. De Martini conseguire oltre 19.000 preferenze di cui il 95% in Liguria ed il resto nella circoscrizione del Nord Ovest mentre la settimana scorsa quando la De Martini si era candidata con la lista di centro-sinistra «Noi con Burlando» ha ottenuto poco più di 200 preferenze segno che le persone possono avere successo se inserite in un certo contesto (aziendale, politico etc. etc) e ricordo il caso di un valido Direttore Commerciale che una volta passato alla concorrenza fu prepensionato dopo pochi anni.
È chiaro che nel giugno 2009 i voti erano voti di elettori del Pdl come è chiaro oggi che non si tratta di voti di elettori di centro-sinistra ma solo qualche amico rimasto fedele alla persona che era in lista.


Conclusioni
Quando si parla di preferenze è sempre bene considerare che l'elettore sceglie la persona dopo aver scelto il partito da votare e se un candidato pensa di aver dei vantaggi facendo il salto della quaglia, ci potrà guadagnare una volta ma poi la voce gira ed a quel punto vivacchierà.
Mario Lauro

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