Cronache

Alla dogana vincono sempre le bionde

Quasi 10 milioni di Marlboro e Merit di contrabbando, mandate al macero. Sequestrati duecentomila pezzi di abbigliamento, borse, calzature e altra merce con il marchio contraffatto in Cina: Da Gucci a Prada, Armani, Diesel, Burberry's. Ma anche 3.500 litri di gasolio comprato in Maghreb a 0.60 euro al litro e 131 tartarughine protette, un pappagallo, un camaleonte, perfino un'aquila e 64 calzature in pelle di pitone. Senza contare le 10 Mercedes nuove fiammanti e superaccessoriate, destinate ai «furbetti» dirigenti comunisti nordcoreani e bloccate dai funzionari della Dogana genovese in ossequio al dettato sull'embargo di beni di lusso per la Repubblica Democratica Popolare di Pyongyang.
Ieri mattina il direttore dell'Ufficio Dogane del porto e dell'aeroporto, Claudio Monteverdi, ha illustrato i risultati conseguiti durante i controlli del 2012. I sequestri sono stati oltre 500. Le violazioni contestate sono per il 36 per cento riferite al contrabbando di sigarette e tabacco da narghilè, il 31% per alimenti non conformi, il 12% per i prodotti pericolosi senza il marchio CE. Per la maggior parte è tutta roba che proviene dalla Tunisia (62%) e dal Marocco (27%), mentre per il contrabbando di merce contraffatta in scala industriale la provenienza è quasi tutta cinese.
Le stecche di Marlboro vengono vendute nei carruggi a 40-50 euro e in Maghreb vengono comprate dai trafficanti al massimo a 20 euro. Per i pezzi di pelletteria e di abbigliamento, all'origine i costi variano dai 5 a 10 euro, che al dettaglio al Porto Antico e sulle spiagge vengono come minimo triplicati. In un container gli investigatori della Dogana hanno recuperato 13.574 scarpe da ginnastica firmate Converse All Star per un valore di quasi un milione di euro. Per la lotta contro la contraffazione e la tutela del Made in Italy i doganieri l'anno scorso sono riusciti a sequestrare 192.854 articoli per un valore complessivo di quasi 3 milioni di euro. Il nuovo «trucco» dei contrabbandieri consiste nell'esportare da Tunisia e Marocco jeans, magliette, portafogli, borse, occhiali, maglioni e altri capi di abbigliamento, senza il marchio contraffatto. Poi infilare in mezzo agli scatoloni di merce «normale» alcuni sacchi pieni di etichette di brand esclusivi. Quindi sdoganare la merce e inviarla nei laboratori del centro storico genovese per l'assemblamento. Infine venderli nelle bancarelle abusive o nei negozietti multietnici come pezzi pregiati e firmati.


I doganieri genovesi hanno inoltre sequestrato 243mila articoli per il piercing e i tatuaggi, 492 giocattoli pericolosi (tra cui barche e elicotteri radiocomandati), due milioni e 355mila chili di rifiuti irregolari (non tossici) stipati nei container con destinazione paesi asiatici.

Commenti