Pubblichiamo la lettera aperta che l'ex deputato ligure del partito Radicale René Andreani - che proprio nei giorni scorsi, da antimilitarista storico è stato ospite del nostro incontro sui marò - ha inoltrato a Marco Pannella, storico leader radicale, per chiedergli un impegno maggiore del partito nell'attuale difficile situazione politica italiana. Il precedente intervento, proprio sul Giornale, ha messo in moto tutto il mondo radicale.
Per me questo è il momento di rilanciare il Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito. La situazione mondiale, europea ed italiana è al collasso. Nei giorni scorsi ho deciso di scrivere una lettera aperta a Beppe Grillo, «il trionfatore» nelle ultime elezioni. Lettera poi pubblicata da il Giornale. Quindi mi sono scatenato ed ho iniziato a preparare lettere per Bersani, Monti, Berlusconi ed una, che sarebbe stata molto impopolare, rivolta alla cosiddetta «società civile», attualmente osannata ed incensata, ma in realtà così degradata da essere peggio della gran parte della nostra classe dirigente e politica. Se così non fosse i radicali (il Partito più antico d'Italia fra quelli sopravvissuti) dovrebbero da anni essere un partito di maggioranza nel Paese, mentre hanno sempre ottenuto percentuali risibili.
Poi, dopo tanta frenesia e fermento, ho pensato che stavo sprecando utili energie e ho deciso di scrivere una sola lettera a Marco Pannella.
Caro Marco, poche persone hanno influito sulle mie scelte di vita, tra queste tu sei stato per me determinante.
Dal 1993, pur continuando ad iscrivermi regolarmente al Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT) ho smesso la mia militanza attiva in seguito ad una serie di lutti che ci hanno colpito, me in particolare, al punto da disimpegnarmi dal partito, per dare un taglio più netto al passato. Tu, da buon mulo abruzzese, sei stato più forte e hai continuato con caparbietà e determinazione le tue battaglie. Io, da buon marinaio genovese, ho ripreso a navigare per il mondo con una nuova «missione impossibile»: trovare alternative alle cure ufficiali del cancro e delle altre malattie degenerative. Questo obiettivo mi è particolarmente caro poiché fa parte della mia autobiografia affettiva: infatti, eccetto Andrea Tamburi, mio amico fraterno, ucciso in Russia mentre cercava di espandere il Partito Radicale, posso citare un lungo e doloroso elenco di persone a me care, morte di cancro: mia moglie Mimma e carissimi amici, con i quali per anni ho fatto politica, quali Mariateresa Di Lascia, Adelaide Aglietta, Enzo Tortora, Alberto Torzuoli, Adele Faccio, eccetera. Da allora il mio impegno costante è stato quello di capire se esistessero cure alternative alla malattia e quindi sperimentarle. Nel 1931 Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta relativa alle cause primarie del cancro: un tipo di nutrizione anti-fisiologica (dieta basata su cibi acidificanti) e una vita sedentaria (che porta ad una cattiva ossigenazione delle cellule). Però questa intuizione per anni è stata ignorata in quanto i produttori di cibi spazzatura e farmaci avevano interessi opposti. Anch'io mi sono convinto che la migliore cura è la prevenzione (cibi naturali e attività fisica). Tuttavia, in caso di malattia conclamata, oggi non siamo in pochi a ritenere possibile la scelta di strade diverse e più efficaci di quelle ufficiali. Il risultato di trentasette anni di miei studi e sperimentazioni è stato Mra - il Metodo René Andreani - lo Stile di Vita e la Salute a 5 Stelle, nato nel 2007. Grazie a queste ricerche mi sono definitivamente convinto che una delle cure più efficaci sia il «digiuno». A tal fine, insieme a Mariateresa Di Lascia e ad Andrea Tamburi, organizzai nel 1991 a Montecitorio, il primo congresso mondiale sulla «digiunoterapia». L'obiettivo di questo evento era quello di dare un supporto alla mia proposta di legge sull'argomento. Il digiuno consiste in: riposo assoluto, bere solo acqua, non ingerire alcun tipo di alimento (in modo particolare latte e zucchero, fra i più cancerogeni), per tempi minimi e massimi non prevedibili. Tutto ciò a realizzazione del principio: «Quando il nostro corpo, in modo naturale, affama il cancro e sostituisce la chirurgia». Sostituire la chirurgia non significa però sostituirsi agli esperti, quindi chiunque voglia intraprendere questo impervio e pericoloso cammino deve farlo all'interno di strutture specializzate ad hoc e farsi seguire da personale veramente esperto. Approfitto per ricordarti che anche in casa radicale si continua ad usare impropriamente i termini «digiuno» e «sciopero della fame».
Agli inizi degli anni Settanta ho conosciuto le tue battaglie politiche e civili. Nel 1976 ho cominciato la mia militanza nel Partito Radicale e nel 1979 ho fatto mia la tua battaglia contro lo sterminio per fame nel mondo. Da allora ho cambiato lavoro, stile di vita, amicizie e frequentazioni.
Per molti anni ho dedicato tutto il mio tempo libero al Partito radicale e a cercare di realizzare le tue intuizioni. Prendendo esempio da te, per me non sono più esistiti: il Natale, la Pasqua, il Ferragosto, le domeniche, le vacanze. Anzi in quelle occasioni l'impegno raddoppiava per organizzare eventi, manifestazioni e marce: 24 ore su 24 alla costante ricerca dell'autofinanziamento limpido e trasparente.
Negli anni violenti del terrorismo hai fatto capire ad alcuni di noi il metodo gandhiano della nonviolenza. Il rispetto dello stato di diritto. La difesa dei diritti umani. La disubbidienza alle leggi ingiuste assumendosene le conseguenze. L'esercizio della democrazia diretta attraverso i referendum. La «suprema cupola della mafiosità partitocratica» della Corte Costituzionale. Il fascismo degli antifascisti. Le prime battaglie ecologiste ed ambientaliste. La religiosità in altro al di fuori dei diversi culti. Il rispetto dei regolamenti parlamentari. La tenacia «del mulo abruzzese» per affermare le proprie convinzioni. La differenza fra concepire e procreare. La simonia del potere clericale. L'importanza dell'abolizione della pena di morte e la necessità di cambiare le condizioni delle nostre carceri che portano alla morte per pena. La possibilità riservata alle sole classi abbienti di ottenere, con la prescrizione del reato, per decorrenza termini, una sorta di amnistia strisciante. La necessità dell'obolo quotidiano per fare vivere le proprie idee. Il dovere per ogni partito di autofinanziarsi ed assicurare la limpidità dei bilanci. Prima l'obiezione e poi l'affermazione di coscienza. La necessità dell'informazione senza mediazioni. L'importanza della lotta contro la corruzione, i privilegi e le raccomandazioni.
Ho viaggiato con te in mezza Italia e posso testimoniare che dal poliziotto di frontiera al carabiniere del paesino sperduto nell'estremo Friuli, dal vigile urbano al taxista, tutti ti vogliono un gran bene. Anche gli italiani «brava gente» dopo averti sputato in faccia, perché male informati, forse con il tempo riusciranno a capire.
In questi primi venticinque anni le vittorie conseguite dal Prntt a livello transnazionale, anche se pressoché sconosciute in Italia, sono state straordinarie rispetto alle limitatissime forze umane e finanziarie disponibili. Le campagne politiche portate avanti dal Partito sono numerose e fra queste: sterminio per fame nel mondo. «Iraq libero», a favore dell'esilio di Saddam Hussein, che avrebbe evitato una guerra lunghissima e sanguinosa. La costituzione di tribunali internazionali. Le denuncie all'Europa relative alle disfunzioni della giustizia civile e penale italiana e alle condizioni insopportabili delle sue carceri. La denuncia dello Stato italiano sempre più in «flagranza di reato». La pratica delle mutilazioni genitali femminili. La moratoria della pena di morte. L'antiproibizionismo a livello internazionale. La diffusione e la promozione dei diritti umani e politici nel mondo. La libertà religiosa di tutti i popoli, condizione raggiungibile, secondo i Radicali, solo attraverso una forte connotazione di laicità della società civile; a tal fine ha difeso minoranze etniche oppresse. L'eutanasia e il testamento biologico. La libertà di ricerca scientifica e lo studio sulle cellule staminali. La riforma americana delle istituzioni. La trasparenza attraverso l'anagrafe pubblica degli eletti. La libertà sessuale e la legalizzazione della prostituzione. Il pericolo Vesuvio e zona Flegrea. L'antimilitarismo e la nonviolenza. La libertà di cura e di ricerca scientifica.
Fin dalla nascita il Prntt ha dovuto fare due scelte fondamentali: la transnazionalità e la transpartiticità. Eravamo mediamente tremila iscritti e di questi solo una decina (0,3%), quasi tutti fiorentini, decise di partire per l'ignoto. Mi onoro di essere fra quei dieci che fecero subito la valigia per tentare di seminare germogli in Europa radicando primi nuclei transnazionali.
La riprova di un «cancro elettorale» che perseguita i radicali dalle elezioni amministrative del 1980 è per esempio la presentazione di una lista pseudo radicale al comune di Genova, capeggiata da Lino De Benetti, in disaccordo totale con la decisione del Partito Radicale di non presentare il proprio simbolo alle elezioni amministrative. Detto cancro si ripropone ad ogni elezione.
Infatti all'ultimo congresso di Radicali Italiani i congressisti favorevoli alla presentazione del simbolo contenente la parola Radicali, sono stati quasi il 50%. Questo è segno che, come dall'inizio e soprattutto in questi ultimi anni, molti iscritti al Partito non hanno capito quali sono state le scelte del 1989, per me irreversibili, e che si devono mantenere ferme se si vuole ridare vita e slancio al Prntt. In questi venticinque anni, nonostante tutto, siamo - siete riusciti a fare incontrare e associare persone di nazionalità, razze, religioni, culture, professioni e competenze diverse; accomunate da obiettivi condivisi e da un'idea che continua ad essere straordinaria. Premi Nobel, scienziati, filosofi, politici, artisti, attori, cantanti, scrittori, giornalisti e principalmente tanta gente comune.
Caro Marco tu sei fra quelli che alle europee del 1989 si unirono a liberali e repubblicani per conservare in Italia uno spazio laico. Dopo venticinque anni sono scomparsi dalle istituzioni del tutto o quasi: antiproibizionisti, verdi, socialdemocratici, liberali, federalisti, libertari, repubblicani, credenti non clericali, ambientalisti, nonviolenti, animalisti non fondamentalisti, comunisti in buona fede, democratici veri, ecc.
A questo punto, è evidente che la mia lettera non si rivolge a te, in assoluto il primo fautore del Prntt, ma a tutti coloro che, radicali o meno, non hanno capito la forza rivoluzionaria di questa idea riformatrice.
Per chi ha afflati elettoralistici, lo spazio per un «incontro laico, ambientalista e riformatore», credo che ci possa e debba essere. Personalmente non sono interessato, ma per chi volesse darsi da fare ho preparato il nuovo simbolo, i dodici punti qualificanti del programma, il sistema organizzativo, gli ambiti nei quali trovare i potenziali interessati, il sistema di autofinanziamento.
È chiaro che entrambi siamo tuttora convinti dell'unicità di questo Partito, e non siamo i soli, se pur pochi. Dobbiamo solo ritrovare o trasmettere quell'energia che dal 1989 ci fa lottare «da soli» per le cause giuste nel mondo. Caro Marco spero di averti convinto che questo è il momento giusto per rilanciate il PRNTT. Se sei d'accordo batti un colpo.
Nel frattempo ti preannuncio che sto curando un libro prevalentemente fotografico relativo agli ultimi quarant'anni di militanza radicale dal titolo «Io, Tu e la Rosa», che sarà al centro anche di una grande mostra, ospitata anche a Genova. Con affetto e stima resto in attesa di una tua risposta.
*ex deputato radicale
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