L'assestamento di bilancio, la necessità di far tornare i conti della Regione impegna pochi minuti i consiglieri regionali. Perché la «guerra» vera viene dichiarata imbracciando le doppiette. È ancora la caccia infatti a monopolizzare i lavori dell'ultima seduta prima delle ferie. Il calendario venatorio fa discutere, spacca come sempre i partiti in maniera trasversale, ma soprattutto spacca l'Italia e l'Europa dimostrando che la legge non è uguale per tutti. Perché in Liguria lo stop alle doppiette, calendario alla mano, arriverà il 20 gennaio. E se durante tutti questi mesi, durante lunghe riunioni di commissione, maggioranza e opposizione erano arrivati a trovare un buon accordo che tenesse conto delle esigenze dei cacciatori, ieri la discussione e la frattura più pesante c'è stata sulla possibilità di prolungare fino al 31 gennaio l'apertura della caccia. Su questo punto però l'assessore all'Ambiente Renata Briano ha posto il veto della giunta e il centrosinistra compatto ha trovato il modo di beffare i cacciatori.
Diversi tentativi di Francesco Bruzzone, autentico portacolori delle doppiette liguri, sono andati a vuoto. A nulla è valso il tentativo di far ragionare l'assessore e gli esponenti della maggioranza. L'esponente leghista ha provato anche a dar lezioni di geografia. «La Liguria si trova tra la Francia, il Piemonte, la Toscana - ha provato a far notare l'incongruenza -. E lì si può cacciare fino al 31 gennaio. In Francia vigono le stesse leggi europee, le altre regioni italiane hanno deciso di estendere il calendario anche a costo di rischiare un ricorso degli ambientalisti al Tar. Dobbiamo fare fronte comune». Nulla da fare, l'assessore Briano in tandem con il consigliere Pd Valter Ferrando, hanno preferito una tattica attendista, nella speranza che i vari tar eventualmente diano ragione ai cacciatori nelle altre regioni, per sfruttare la scia lasciata da altri.
Bruzzone ci ha riprovato con nozioni di Ornitologia 1, facendo notare che sono assurdi certi pareri contrari dei vari istituti scientifici che prevedono il periodo della deposizione delle uova o della migrazione nel periodo del massimo rigore invernale. Anche in questo caso, la maggioranza è stata compatta e ha preferito insistere su un calendario minimalista e animalista. Ancora un appello del leghista (quasi solo contro tutti visto che il Pdl ha votato in ordine sparso) per far notare che i cacciatori liguri hanno già pagato in anticipo tutte le tasse e i permessi senza sapere cosa avrebbero avuto in cambio. Poi la resa quando un emendamento dopo l'altro, il muro del centrosinistra si è schierato contro i cacciatori.
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