Per i suoi primi sessant'anni, il Panathlon si regala un progetto per l'integrazione

Sessant'anni al servizio dello sport, nel segno di valori irrinunciabili: il fair play, la lealtà, l'amore per il prossimo. Il genetliaco del Panathlon Club Genova, il terzo nato (dopo Venezia e Brescia) fra gli oltre trecento sparsi per il mondo, attira nel Salone di Rappresentanza del Comune centinaia di personaggi, parecchi in là con gli anni, che allo sport hanno legato nobili pagine di vita, come praticanti di livello e come dirigenti. Splendido anfitrione Antonio Micillo, segretario regionale del Coni e successore alla guida del club di figure eminenti in campo cittadino: basti pensare al primo presidente Giovanni Maggio, al Comm. Aldo Mairano, a Giuseppe De André (padre di cotanto figlio), a Giorgio Odaglia, a Lorenzo Podestà (per decenni al timone del Coni) e ai più recenti Attilio Panizzi, Ernesto Morra, Dino Bonsignore e Antonio Cairo. Una festa riuscita, illuminata dai fieri propositi del numero uno del Panathlon International (con sede a Rapallo), il giornalista Giacomo Santini («Continueremo a combattere le distorsioni dello sport professionistico e l'agonismo precoce imposto a troppi adolescenti») e impreziosita dall'illustrazione del nuovo «service» fissato da Micillo e dagli altri membri del direttivo: lo sport come strumento per l'integrazione multietnica. Un tema di stretta attualità, sviluppato in collaborazione con l'Università di Genova e in particolare col prof. Alberto Capacci, della Facoltà di Scienze Politiche attraverso una ricerca di carattere sociologico sulle attività ludiche svolte dagli studenti locali di nazionalità ecuadoriana. Altre commendevoli iniziative hanno solcato i dodici lustri di vita sociale: in primis il premio «il Vincente», istituito dal compianto Giancarlo Zuccaro per esaltare il nobile comportamento di uno sportivo a prescindere dal risultato agonistico conseguito, e poi i premi per la carriera, il gesto sportivo e la promozione dello sport consegnati - tra gli altri - ad autentici campioni come Stefania Belmondo e Ivano Brugnetti, alla nuotatrice Paola Cavallino e ad allenatori di successo quali Vujadin Boskov e Vincenzo Torrente.

Sempre all'insegna di uno sport migliore, che aiuti a formare anche i cittadini del domani, ecco la Patente Etica che il Panathlon Genova annualmente assegna alle società sportive cittadine che si distinguano per i comportamenti di dirigenti (anche nella gestione economica) ed atleti.

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