Dopo aver celebrato nel 2011 il suo primo lustro di vita, nel 2012 la Fondazione «Prof. Paolo Michele Erede» ha proseguito la propria intensa attività. Termina così un altro fecondo periodo di lavoro, e mette conto rammentare che il nostro esordio risale all'ormai lontano 2006 quando, presso la Biblioteca Berio, tutto iniziò con la presentazione di alcuni scritti di Paolo Michele Erede raccolti nel volume Florilegio (a cura di Laura Sacchetti Pellerano, Ed. Giuseppe Laterza, Bari 2005). Nel 2007 la prima edizione del Premio. Quella del 2012 è pertanto la quinta edizione, dedicata al tema: «Può esistere l'uomo robot? Valore e limiti dell'intelligenza artificiale». I concorrenti, come sempre numerosi e qualificati, provengono da ambienti diversi, in maggioranza studiosi di filosofia e medici come Paolo Michele Erede. I saggi presentati sono tutti di notevole pregio, e i migliori sono stati premiati nel corso di una cerimonia svoltasi a Genova Venerdì 15 giugno 2012 nel Salone di rappresentanza del Comune di Genova, a Palazzo Tursi. L'apertura dei lavori è toccata, come da tradizione, alla Dott.ssa Franca Erede Durst, Presidente della Fondazione. Hanno quindi parlato i tre membri della Commissione giudicatrice: chi scrive, Ordinario di Filosofia della scienza e Pro-Rettore alle Relazioni Internazionali dell'Università di Genova, nonché Presidente delle Commissioni Scientifiche della Fondazione; la Prof.ssa Olga Rossi Cassottana, docente di Padagogia Generale e di Psicopedagogia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia del nostro Ateneo, e il Dott. Victor Balestreri, giornalista e già direttore della sede regionale Rai per la Liguria.
La Fondazione ha come scopo la diffusione del pensiero del Professor Erede, da un lato medico di grande notorietà, dall'altro cultore di studi umanistici e in particolare filosofici. È attualmente in corso di elaborazione una seconda raccolta di scritti inediti di Paolo Michele Erede. Mette anche conto sottolineare che, nel corso degli anni, la partecipazione dei concorrenti si è estesa dall'ambito locale a quello nazionale, con numerosi vincitori provenienti da altre regioni italiane.
I tre premi principali sono stati vinti da Maria Cristina Amoretti, Simona Paravagna e Caterina Lombardo (la più giovane vincitrice del premio, ha 17 anni e frequenta il Liceo di Alcamo in provincia di Trapani). Si sono aggiudicati i tre premi ex aequo Marco Damonte, Sanja Javor e Claudio Pestarino. Com'è accaduto nelle edizione passate, la Commissione ha inoltre attribuito premi speciali a concorrenti di chiara fama: Franca Baronio Gambino, Carlo Calcagno, Giovanni Luigi Capella, Riccardo Manzotti e Corrado Sfacteria. Tutti i contributi saranno pubblicati nel «Quaderno» N. 6/2013 della Fondazione, che verrà presentato nel corso della prossima cerimonia. Il Prof. Marsonet ha inoltre annunciato il tema della prossima edizione del Premio: «L'etica tra medicina e filosofia: il ruolo della bioetica oggi».
Quali i motivi che hanno indotto l'anno passato a scegliere quale argomento la possibilità dell'uomo robot e l'Intelligenza Artificiale? Di tanto in tanto avvengono in filosofia dei grandi mutamenti. Hanno inizio con poche e fertili idee che forniscono ai filosofi un nuovo prisma attraverso il quale guardare la realtà. Gradualmente metodi e problemi filosofici vengono affinati e compresi attraverso la luce di questi nuovi concetti; man mano che si ottengono risultati originali e interessanti dal punto di vista filosofico, l'impulso originario cresce «a ondate» che attraversano tutta la disciplina. Emerge così un nuovo paradigma filosofico: la filosofia è cambiata.
L'informatica fornisce delle nuove opportunità e pone ulteriori sfide alla tradizionale attività filosofica. Del resto, essa sta modificando l'attività professionale degli umanisti in genere, tanto per il modo in cui fanno ricerca, quanto per come collaborano tra loro. Ma - ed è questo il punto di maggiore importanza - l'informatica sta modificando il modo in cui i filosofi comprendono alcuni concetti che costituiscono il fondamento della filosofia, come quelli di mente, coscienza, esperienza, ragionamento, conoscenza, verità e creatività. Questo nuovo corso nella ricerca filosofica, che include l'informatica come oggetto di studio, come metodo o come modello, aumenta progressivamente la sua velocità.
L'intelligenza artificiale (IA) è il ramo dell'informatica che ha ricevuto maggior attenzione da parte della filosofia nel corso degli ultimi cinquant'anni. Possiamo costruire dei calcolatori realmente intelligenti? In un torneo di scacchi il computer Deep Blue ha sconfitto Gary Kasparov, uno dei migliori giocatori di scacchi al mondo. Una prestazione straordinaria per il calcolatore, dato che gli scacchi sono generalmente considerati uno dei giochi più impegnativi dal punto di vista intellettuale.
L'IA è alcune volte suddivisa in un programma debole e in uno forte: il primo considera le applicazioni dell'IA utili dal punto di vista strumentale, al più come interessanti simulazioni, ma mai come esempi di intelligenza reale. Il programma forte, d'altra parte, considera l'IA in corsa per la creazione di menti che hanno intelligenza e coscienza reali, alle quali semplicemente accade di essere contenute in corpi meccanici. Una delle obiezioni più diffuse alla possibilità dell'IA forte è costituita dal problema filosofico dei «qualia»: gli esseri umani hanno esperienze qualitative, fenomeniche o soggettive. Noi tutti sappiamo che questo è vero, ma sembra impossibile che le macchine possano avere dei qualia: come può un computer avere «esperienza» di qualcosa? La possibilità che i computer abbiano qualia continuerà a essere discussa man mano che i computer faranno sempre più cose e in maniera sempre più sofisticata.
Pure il tema scelto per l'anno prossimo è di grandissima attualità: «L'etica tra medicina e filosofia: il ruolo della bioetica oggi». La bioetica, disciplina di recente fondazione, si occupa dei problemi etici posti dalla scienza e, in particolare, dalla medicina.
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