Madame spara a zero sulla musica altrui: “È tutta mer..”. Ma chi l’ha eletta giudice del pop?

Madame sostiene che preferisce essere dimenticata perché non pubblica piuttosto che perché scarsa: lecito, ma non può puntare il dito contro chi continua a uscire con brani che a lei non piacciono

Madame spara a zero sulla musica altrui: “È tutta mer..”. Ma chi l’ha eletta giudice del pop?
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Prendersi troppo sul serio non è mai una buona soluzione, soprattutto perché si appesantisce una quotidianità già troppo gravosa. Se poi a questo si aggiunge un presunto e ostentato senso di superiorità, il risultato che emerge rischia di causare un effetto repulsione per l'opinione pubblica. Qualcuno avrebbe dovuto spiegarlo a Madame, cantante che ha vissuto il suo momento di gloria durante la partecipazione al festival di Sanremo nel 2021 e nel 2023. Ha vissuto nel mezzo periodi di esposizione mediatica, che nel 2025 sono evoluti silenzio. È una scelta artistica rispettabilissima, ma è la sua scelta personale. L'intemerata social dei giorni scorsi ha fatto emergere una malcelata convinzione di superiorità da parte della cantante, che ha dimenticato un fondamentale principio costituzionale: la libertà di espressione. Ma anche di un principio base del mercato: se c'è una domanda ci dev'essere un'offerta.

"Non sopporto chi prende la musica come una macchina da soldi, chi lavora 24/7 anche a cose non ispirate e vuote di contenuto per piazzare o grattare da tutti. Lasciate in pace l'espressione artistica, fatela respirare, basta intasarla di merda, non è un cesso", ha scritto Madame. Ora, ci sarebbe da capire sia a chi si riferisce, perché lancia il sasso e nasconde la mano, sia chi l'abbia eletta ed elevata a giudice supremo della musica con potere decisionale su cosa sia "merda" e su cosa sia qualità. Perché questa frase buttata così sui social sembra abbastanza supponente. La musica è di tutti, ognuno la vive come preferisce e se c'è chi riesce a usarla come "macchina da soldi" va bene lo stesso: esiste il libero arbitrio e tutti possono scegliere cosa ascoltare e cosa no. Se alcune canzoni sono "macchine da soldi" è evidente che incontrino una domanda che le trasforma in tali.

O forse bisognerebbe "educare" il pubblico ad ascoltare solo certa musica, magari imposta in filodiffusione in tutte le città, trasmessa a rotazione nelle radio come una soluzione. Musica che qualcuno a cui viene dato un insindacabile potere decisionale dice che è di qualità e la impone a tutto il popolo. Il che tratteggerebbe vagamente i contorni di una dittatura. "Preferisco essere dimenticata perché non pubblico piuttosto che essere dimenticata perché sono scarsa", ha concluso Madame. Il concetto di qualità è fin troppo sfumato: certo esistono le canzonette, ma per fortuna. Anche quelle hanno il proprio ruolo nella quotidianità, ed evviva chi le produce. Tanto di cappello per questa sua visione del mondo della musica, che però adesso dev'essere mantenuta.

La cantante è davvero sicura che se dovesse uscire con un brano che lei reputa di qualità, non ci sarà qualcuno che, invece, penserà il contrario della sua musica? Evviva il diritto di scelta e il pensiero critico. Ed evviva anche chi va controcorrente, basta che non lo faccia per salire su un pulpito sul quale nessuno l'ha messo.

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