"Disumano affamare la Palestina"

Mattarella parla del conflitto arabo-israeliano e lancia l'allarme sull'antisemitismo

"Disumano affamare la Palestina"
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E alle sette di sera, quando una bava di vento soffia finalmente tra le palme del Quirinale, scatta la diplomazia del crostino. Due parole nel discorso ai prefetti, «unità e concordia», un invito ai leader accorsi alla festa della Repubblica, «chi è investito di pubbliche responsabilità deve sforzarsi per mantenere la coesione sociale del Paese», un po' di sorrisi e tante mani da stringere, ecco la strategia morbida di Sergio Mattarella per smorzare il clima di odio diffuso. Il post contro la figlia della Meloni lo ha preoccupato, infatti l'ha subito chiamata per esprimere «completa solidarietà». E ora, mentre la premier, la Schlein e gli altri capi di partito prendono il fresco nei giardini, si spera nella cornice del Colle e nell'effetto 2 giugno per far scendere i giri del motore. Funzionerà? «Non si possono affrontare certi temi tra una tartina e l'altra - dice Giorgia - però il ricevimento è l'occasione per abbassare il livello dello scontro».

Certo «il dialogo» è un'altra cosa, il «confronto sui problemi» ancora una chimera, nonostante l'intenzione della Meloni di cercare un contatto con le opposizioni per «fare squadra su temi che non possono dividere». Sulla stessa linea d'onda, il capo dello Stato ritiene che, pur nel giusto e aspro dibattito tra i partiti che è sale della democrazia, ci siano dei limiti da non superare. Come la violenza, fisica e verbale. L'Italia ha già vissuto anni bui. Ora, nel giorno della festa nazionale, si devono rilanciare i motivi del nostro stare insieme.

Serve quasi un nuovo patto, dice il presidente, simile a quello che con il referendum del 2 giugno 1946 portò la Repubblica. «Un patto tra popolo e istituzioni, fondato sui principi di libertà, democrazia e solidarietà, ispirato alla centralità della dignità umana e del lavoro». Allora fu possibile «realizzare con il concorso di posizioni e culture plurali, una sintesi di valori condivisi e avviare la ricostruzione e il rilancio sociale ed economico dell'Italia».

E oggi, in mezzo a crisi, guerre, dispute commerciali internazionali e «precarietà», occorre un nuovo sforzo per tenere insieme il Paese. Per la politica c'è molto da lavorare, spiega Mattarella, a cominciare «dall'assicurare effettiva pienezza dei diritti» e il godimento di «servizi efficienti, legalità, sicurezza». L'elenco prosegue con la cultura, l'ambiente, i divari territoriali, i problemi dei grandi centri urbani e delle aree interne. «Insieme» dunque è il concetto chiave. «La cooperazione tra istituzioni - scrive nel messaggio ai prefetti - è garanzia di imparzialità e del buon andamento della Repubblica».

Insomma «equilibrio e mediazione», il senso della ricorrenza è questo, ed è pure la linea d'azione del Quirinale, collante della nazione e garante di continuità.

L'Italia, dice nel pomeriggio agli ambasciatori e ai capi missione, proseguirà a sostenere l'Ucraina impegnandosi per una pace giusta e darà il suo contributo per stabilizzare il Medio Oriente.

E sulla tragedia di Gaza aggiunge. «Che venga ridotta alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani - afferma Mattarella -, è disumano. E grave è l'erosione dei territori attribuiti all'Autorità nazionale palestinese». Ricordando al tempo stesso che c'è «un'alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffaccia nel mondo».

Poi il concerto. Orchestra del teatro San Carlo di Napoli, direttore Riccardo Frizza, musiche di Cimarosa, Rossini, Mozart e Mendelssohn.

Oggi Sergio Mattarella, accompagnato dalle più alte cariche, deporrà una corona di fiori all'Altare della Patria e assisterà alla parata militare ai Fori. Nel pomeriggio giardini aperti alle fasce deboli della popolazione. E nel cielo di Roma le Frecce Tricolori.

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