L'errore da non commettere è quello di non andare a votare

Egregio dottore,
siamo molto vicini alle elezioni dei prossimi 24 e 25 febbario febbraio e ritengo che sia necessario invitare i nostri concittadini ad andare a votare!
Chiaramente siamo ormai entrati in piena zona elezioni politiche per il rinnovo delle Camere e la nomina dei nuovi parlamentari e senatori del futuro quadriennio.
Ovviamente negli incontri con parenti e amici, avvenuti nei giorni scorsi, ho avuto la netta sensazione che più di un incontro si sia concluso con una frase che ritengo in assoluto sia la peggiore: ma guarda, in definitiva, se gli interlocutori con i quali ho avuto scambi di vedute, alla fine mi hanno espresso: «Sai cosa faccio? Non vado a votare!».
Cari Signori è il peggior ragionamento che si possa fare!
Io sono un vecchio elettore. Ho votato dal dopoguerra ad oggi. E ho sempre votato!
Tutte le volte che si è ragionato nel senso di non votare si è sempre caduti nella sconfitta quasi sicura!
Perché. È quasi ovvio.

Sappiamo che i nostri avversari della Sinistra, sommati ai vari piccoli concorrenti di altre sinistre o partitini vari: loro vanno a votare! Con il risultato che, dopo i due giorni di votazioni, sicuramente saremmo obbligati a pronunciare frasi quali: «Non mi ha fatto piacere vedere il trionfo della sinistra! La prossima volta andrò sicuramente a votare. Questa volta ho sbagliato!». Ma io dico: «Non pensare, ma vai a votare!».

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