L'Idv salva Paladini: «Partito unito»

L'Idv salva Paladini: «Partito unito»

Ci sono i parlamentari Ivan Rota e Ignazio Messina, c'è il coordinatore regionale Giovanni Paladini. Ci sono i consiglieri regionali, Maruska Piredda, Stefano Quaini, l'ex vicepresidente della Liguria Marylin Fusco e il responsabile provinciale Francesco De Simone. Oltre al neo assessore all'urbanistica fresco di nomina in via Fieschi, Gabriele Cascino. Manca solo Nicolò Scialfa, vicepresidente della giunta regionale: è a Bruxelles, con lui si vedranno più tardi. Sono le due e mezza del pomeriggio, quando l'Idv si riunisce nella sede genovese per fare il punto delle situazione dopo una riunione con i gruppi di Camera e Senato mercoledì sera finita a tarda notte. C'è bisogno di fare chiarezza sulle inchieste che hanno coinvolto il leader Di Pietro, su quell'alleanza con Grillo sbandierata sulle prime pagine dei giornali e che invece non ha alcuna ragion d'essere - assicurano loro - e sullo stato, o meglio la «salute» del partito. Nonostante l'uscita del capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi e di Nello Formisano. Tant'è, ribadiscono a gran voce: il partito è compatto e solido. Sul fronte locale, assicura Paladini, «siamo uniti, non mi sembra ci siano evidenze degne di nota. È un partito vivo, che parla, dialoga e ha organismi che funziona». Come dire, guai a pensare che possano esserci degli emuli donadiani in salsa ligure. «Per svicolare con Donadi, bisogna avere la certezza di fare un passo in avanti - spiega De Simone -. Ma in questo momento, se non ci sono garanzie...Se Donadi non viene con un programma...». E per sgombrare il campo delle malelingue e da chi ha voluto far intendere che il progetto dell'Idv fosse arrivato alla fine, ci pensano Rota e Messina a mettere in chiaro le cose. «Italia dei Valori non si scioglie come qualcuno ha volto far credere, anzi potrebbe lievitare».
Ricordano i due le ragioni del movimento, legalità ed onestà. Da qui si riparte con incontri sul territorio, come quello genovese, e dove l'Idv sta governando bene per avviare una contaminazione positiva. Poi, certo le defezioni. «Se qualcuno ha preso le distanze, ce ne dispiace. Ma non si può avere delle zavorre che non condividono il percorso. Vorrà dire che lo faremo più leggeri e andremo più spediti verso l'obiettivo». Da rilanciare sulle piazze: no agli sprechi, no alla diaria dei parlamentari. «Se ci accorgiamo che qualcuno ci ha usati per i suoi fini e si è fatto prendere dalle cattive pratiche, pazienza. Avremo qualcun altro che deciderà che questo non è più il suo partito». E sul futuro politico, la linea condivisa da tutti, tranne i due dimissionari, è che l'Idv corra con il centrosinistra alle prossime elezioni, che «si faccia di tutto per stare con il centrosinistra». Anche in Liguria, ridabisce Paladini, l'intento è lo stesso anche all'interno di alleanze regionali. «La linea B, se non si trova l'intesa, è di andare da soli - precisano i parlamentari -.

Una linea C, ovvero l'ipotesi di andare con Grillo, non esiste. Non è stata discussa». Lui è un amico, dice Messina. «Ma rispetto a noi è arrivato secondo, lui sta cercando di rompere un sistema. Noi l'abbiamo già fatto, e ora puntiamo a ricostruire.

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