Un «forte e rispettoso appello alla magistratura e a tutti quanti concorrono alle indagini» sull'incidente nel porto di Genova che è costato la vita a nove persone: lo ha rivolto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «perché si arrivi con la massima celerità possibile» alle conclusioni. «Ho reso commosso omaggio nel Duomo di Genova alle vittime della tragedia - afferma il Capo dello Stato in una nota del Quirinale -: ho reso loro omaggio come caduti sul lavoro, come caduti del mare, come uomini che hanno servito istituzioni preposte alla sicurezza della navigazione e della città. «E dai familiari delle vittime, abbracciandoli a nome di tutta la nazione, ho raccolto una legittima, drammatica invocazione di giustizia. Di qui - insiste Napolitano - il mio appello per l'accertamento delle cause e delle responsabilità di una inaudita tragedia, perché si proceda con determinazione fino a giungere alle conclusioni attese dalle famiglie crudelmente colpite nei loro affetti e dall'opinione pubblica non soltanto genovese».
E dopo l'accorato appello di Napolitano, anche il sindaco di Genova Marco Doria torna a esprimersi sulla tragedia in porto nel corso di un'intervista all'emittente televisiva Primocanale: «Ringrazio lo stile dei cittadini genovesi - sottolinea Doria -, nel corso di una cerimonia caratterizzata da un'attenzione dei media altissima, con il rischio di giocare sul dolore, questo rischio è stato evitato». Intanto slitta l'apertura della «scatola nera» sequestrata a bordo della Jolly Nero. Lo rende noto la Procura di Genova, precisando che la società Sperry Marine, costruttrice dell'apparecchiatura e incaricata di «aprirla», ha fatto sapere che l'operazione può essere eseguita in sicurezza solo in uno dei suoi laboratori europei. L'apertura materiale della capsula serve per accedere al software contenente le informazioni memorizzate. La Procura intende avere tutte le garanzie che l'apertura non danneggi il software perché quanto contenuto nella «scatola» può essere determinante ai fini dell'accertamento delle cause dell'incidente. Sul piano dei rilievi tecnici la Polizia Postale sta valutando come analizzare i computer di bordo acquisiti dalla Jolly Nero. La nave resta sotto sequestro e piantonata 24 ore su 24 da personale della Capitaneria di Porto. Oltre alla perizia sullo stato della nave, affidata a due ammiragli della Marina Militare, sono in corso le operazioni per duplicare i reperti che sono stati recuperati in mare. Sono una cinquantina di pezzi di apparecchiature informatiche che dovrebbero contenere le conversazioni tra la Capitaneria di porto, i piloti, i rimorchiatori e la Torre che poi è crollata. Nello specchio acqueo davanti al Molo Giano, infine, continuano senza sosta le ricerche dell'ultimo disperso della disgrazia del 7 maggio. Palombari e sommozzatori si alternano in squadre di lavoro di un'ora ciascuno calandosi sul fondo alla ricerca del corpo della guardia costiera Gianni Jacoviello.
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