Un assegno postdatato. Se il «conto» verrò coperto, domenica potrà essere incassato. Laccettazione della candidatura a sindaco da parte di Pierluigi Vinai è praticamente cosa fatta, a patto però che le condizioni chieste dalluomo su cui convergono tutte le attese del centrodestra siano soddisfatte. Ieri il Pdl ha accettato che Vinai corra come indipendente per una serie di liste tra cui quella del partito di maggioranza relativa. E che lo stesso sindaco in pectore dia il via a sue personali consultazioni con tutti i soggetti interessati ad appoggiarlo.
Cosa manca ancora al sì definitivo? La dimostrazione che ci sia una reale volontà di vincere. La conferma che le liste saranno fortissime e che tutti gli esponenti di partito e della società civile siano pronti a dare il massimo, non solo a parole. Per questo, solo per questo, il nodo potrebbe essere sciolto addirittura domani. Ma già ieri sono arrivati importanti segnali di adesioni decisive al «progetto». Oltre a quella del Pdl, sono già pronte tre liste di appoggio. Il «Nuovo Psi», la «Cento Città» che fa capo alla governatrice del Lazio Renata Polverini, e soprattutto «Liguria Moderata», il cui leader Andrea Cambiaso è al momento il più forte sostenitore delle idee di Vinai. «Stiamo vagliando molte offerte per la lista, solo per il nostro movimento abbiamo già 60 nomi - spiega -. Ma dovremo saper scegliere il meglio. Non è un problema comporre liste, in tutto il centrodestra ci sono già 300 nomi disponibili sulla scrivania. Ma deve prevalere lo spirito di servizio. Noi siamo disponibili a lasciare a chiunque tutti i posti. Chi vuole scendere in campo lo faccia, in concreto. Ognuno con le proprie gambe».
Ma proprio la stessa disponibilità dovrà essere dimostrata dai partiti. Pdl in testa. «Aspetto di vedere cosa è disposto a metterci il partito», accenna Pierluigi Vinai. Che però chiarisce di non pensare allaspetto economico della campagna elettorale: «Anzi, la nostra campagna dovrà essere allinsegna della povertà. Io chiedo una ricchezza di liste e di concetti». Quello che non dice apertamente, ma che il coordinatore del Pdl Gianni Barci sa di dover offrire, è la disponibilità dei big a metterci la faccia. E qui torna lappello rivolto a quanti finora hanno lavorato su varie proposte, magari anche mettendo paletti e veti incrociati sulluna o sullaltra candidatura. In gioco, a questo punto dovrebbero rientrare tutti quelli che guidano il partito o hanno incarichi di responsabilità, rischiando anche personalmente di «pagare» una brutta figura. Non sarebbe quindi clamoroso se nella lista Pdl potessero trovare posto nomi di spicco quali Sandro Biasotti e Luigi Grillo, altri parlamentari e dirigenti come Michele Scandroglio, Roberto Cassinelli, Giorgio Bornacin, o consiglieri regionali come il capogruppo dimissionario Matteo Rosso (il primo a chiamare in causa per un impegno diretto i vertici del Pdl). Tutti chiamati a «contarsi» e a dare la dimostrazione di stare tutti dalla stessa parte. Chi starebbe pensando a metterci la faccia, dopo lesplicita e pressante richiesta di Claudio Scajola è, ad esempio, Gianni Plinio. «Ho già ricevuto disponibilità da parte di esponenti della cosiddetta società civile - si limita a dire Vinai -. Mi hanno chiesto di non divulgare però ancora i loro nomi e non lo faccio. Ma ora vedremo quale collocazione ideale trovare loro». Di certo cè anche qualche nome che va oltre i partiti del centrodestra e che potrebbe confermare lallargamento vincente tanto inseguito dai moderati.
Ma quasi quasi, chi deve sciogliere la riserva entro domani non è più Vinai. È proprio la dirigenza del Pdl. Gianni Barci è già al lavoro. Servono molti sì.
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